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Le bevande energetiche sono pericolose per il cuore?

Pubblicato il 16/06/2017 - Aggiornato il 11/03/2019

Nella medicina moderna è cresciuta la consapevolezza che una grande varietà di farmaci comunemente utilizzati, come antistaminici, antidepressivi o antibiotici, potrebbero  innescare aritmie cardiache che mettono a rischio la vita se somministrati a soggetti con una specifica propensione genetica. Si tratta di quella che è chiamata “sindrome del QT lungo da farmaci” (di-LQTS).

Il team del prof. Peter J. Schwartz dell’Auxologico ha recentemente dimostrato che quasi un terzo della di-LQTS indotta da farmaci si verifica in soggetti portatori di mutazioni che causano la sindrome del QT lungo congenita (LQTS). Quest’ultima è una delle prime cause di morte improvvisa sotto i 20 anni; sono le morti da stress fisico o emotivo che avvengono a scuola, nello sport, o durante emozioni improvvise.

Il concetto emergente è che questi eventi aritmici non si verificano in modo casuale, ma con molta probabilità si sviluppano in individui apparentemente sani che, tuttavia, hanno una predisposizione genetica a reagire in modo abnorme proprio perché portatori di mutazioni che causano una forma sub-clinica (non manifesta) di LQTS. Tuttavia, fino ad ora è stato ignorato il fatto che pure sostanze che possiamo mangiare o bere potrebbero avere simili effetti potenzialmente pericolosi.

In questo editoriale dell’International Journal of Cardiology, Peter J. Schwartz e Federica Dagradi del Centro per la ricerca e cura delle aritmie cardiache di origine genetica dell’Auxologico, discutono alcune recenti ricerche relative alla possibilità che la moda di ingerire le cosiddette “bevande energetiche”, magari mescolate a bevande alcoliche, consumate da milioni di giovani in tutto il mondo, possa mettere a rischio i soggetti portatori di aritmie genetiche.

Poiché l’incidenza delle mutazioni che possono causare la LQTS, in forma manifesta o silente, è intorno ad 1 per  1000 è chiaro come in Italia vi siano migliaia di giovani potenzialmente portatori di queste mutazioni. Molti di questi sono a bassissimo rischio di aritmie ma questo rischio potrebbe aumentare di molto con l’ingestione di queste bevande energetiche. 

«In queste situazioni – dicono gli autori - è importante preservare il buon senso. Non bisogna né fare terrorismo né spingere la polvere sotto il tappeto e ignorare i potenziali pericoli».


Peter J. Schwartz, Federica Dagradi, Red Bull®: Red flag or red herring?, International Journal of Cardiology, Volume 231, 15 March 2017, Pages 179–180. 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28189189