Salta al contenuto principale

Aspetti neurologici dell'infezione da Covid-19

Pubblicato il 24/03/2020 - Aggiornato il 27/12/2022

Queste informazioni non sostituiscono in alcun modo il colloquio con il tuo medico di fiducia.

I virus a RNA come il Covid sono in grado di infettare organi e sistemi ulteriori a quello respiratorio come il sistema nervoso, causando per esempio perdita di olfatto e gusto. Con quali conseguenze? 

Prof. Vincenzo Silani

Direttore Dipartimento di Neuroscienze

Laboratorio Sperimentale di Ricerca di Neuroscienze

Virus a RNA e sistema nervoso

I virus a RNA, famiglia a cui appartiene anche il nuovo coronavirus responsabile dell’attuale pandemia, sono in grado di infettare organi e sistemi ulteriori a quello respiratorio, come ad esempio il sistema nervoso. Ci sono alcuni dati preliminari a favore di una invasione del virus COVID-19 nel sistema nervoso centrale: l'infezione infatti sembra determinare un calo nella percezione dei sapori e degli odori.

I sintomi neurologici del Covid

Studi relativi all’infezione da coronavirus suggeriscono che possa esserci un interessamento neurologico, e che il virus Sars Cov-2 possa colpire il sistema nervoso centrale e periferico nonché il muscolo.

Alcuni dei pazienti positivi all’infezione da coronavirus riportano anche sintomi neurologici quali:

  • ipo-ageusia, cioè ridotta capacità di percepire i sapori;
  • iposmia, percezione limitata o assente degli odori;
  • neuralgia o ipoestesie;
  • ipostenie flaccide;
  • mialgie;
  • cefalea;
  • vertigini;
  • disturbi dello stato di coscienza;
  • atassia, cioè difficoltà nell’eseguire movimenti volontari;
  • disturbi neurologici severi come ictus, crisi epilettiche, delirio, coma, meningoencefalite.

Si tratta di sintomi in un primo momento ritenuti secondari rispetto a quelli più “urgenti” relativi alle vie respiratorie, ma che oggi, fortunatamente anche grazie al progredire degli studi e delle scoperte sul funzionamento del nuovo coronavirus, ricevono considerazione sempre maggiore.


Perdita di gusto e olfatto e Covid

Tra i sintomi riportati l’iposmia - cioè una ridotta o assente capacità di sentire gli odori - suggerisce agli specialisti che il coronavirus possa, attraverso il naso, raggiungere e infettare il sistema nervoso centrale in regioni critiche della regolazione del sistema autonomo, oltre che quello respiratorio.

Scarica il documento scientifico

La percezione olfattiva viaggia attraverso recettori specifici all’interno della cavità nasale situati su specifiche cellule: da qui parte una via nervosa che raggiunge il bulbo olfattorio, e quindi va verso varie aree dell’encefalo in cui sono localizzati diversi centri regolatori tra cui anche quelli del respiro. L’accesso del virus potrebbe avvenire, in questo caso, secondo modalità non ancora bene definite (si parla di un trasporto assonale retrogrado, in pratica una sorta di “risalita” lungo le cellule nervose) verso queste zone.

(dall'intervista de Il Sole24Ore al Prof. Silani, 31 marzo 2020)

Già nel corso di epidemia di SARS infatti, vi sono state segnalazioni di disturbi comportamentali e dell’umore, che potrebbero essere collegate a questa via d'accesso al sistema nervoso.

Bisogna inoltre considerare che l’ACE2, il recettore presente nel corpo umano sensibile al coronavirus, espresso su tutto l’albero respiratorio e fondamentale per il ruolo che svolge anche nel controllo della pressione arteriosa, è stato evidenziato anche nell’encefalo, in aree coinvolte nella regolazione del sistema nervoso autonomo e della respirazione.

Ace2 e farmaci per l'ipertensione


Il ruolo del neurologo

I neurologi sono preparati alla gestione dei pazienti affetti da malattie infettive.

Circa il 10% dei pazienti ospedalizzati per coronavirus necessita di assistenza in reparti di terapia intensiva e questo tipo di ospedalizzazione comporta anche un attento monitoraggio neurologico, per verificare l’eventuale insorgenza di problematiche neurologiche e di eventuali complicanze a distanza, post infettive.

Il ruolo del neurologo è anche quello di collaborare attivamente con gli infettivologi nell’eventuale scelta delle terapie, tenendo conto delle possibili e importanti interazioni farmacologiche, come quelle tra anti-virali e antiepilettici o anticoagulanti orali.

ARTICOLI SUL CORONAVIRUS