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Effetti collaterali dei vaccini anti-covid: quali sono?

Pubblicato il 24/05/2021 - Aggiornato il 04/11/2024

Queste informazioni non sostituiscono in alcun modo il colloquio con il tuo medico di fiducia.

I vaccini anti-Covid possono provocare eventi avversi generalmente lievi. Quali sono i casi in cui si possono manifestare sintomi più preoccupanti? Ne parla il Prof. Meroni, immunologo di Auxologico.

Prof. Pierluigi Meroni

Direttore Laboratorio sperimentale ricerche Immunologia Clinica e Reumatologia

Effetti collaterali più frequenti post vaccino

Nessun farmaco può garantire zero eventi avversi. I numeri di eventi avversi in concomitanza con il vaccino contro il Covid sono bassi, ma le persone hanno ancora timore dei possibili effetti collaterali arrivando anche a non vaccinarsi.

Gli effetti collaterali dei vaccini anti-Covid si sono registrati solo in una minoranza di casi, quindi, non è detto che avvengano.

Tra essi si elencano dolore o arrossamento nella sede dell’inoculo (il braccio), ingrossamento dei linfonodi ascellari omolaterali, brividi, febbre, astenia, dolori osteo-muscolari, cefalea, nausea, vomito o diarrea nelle prime 72 ore dopo la vaccinazione.

Queste reazioni possono anche essere considerate in senso positivo ovvero come reazione del nostro organismo al vaccino.

Solitamente scompaiono nel giro di 2 o 3 giorni con l’unica eccezione dell’ingrossamento dei linfonodi che può perdurare per qualche giorno in più.


La trombosi: un evento avverso raro

Trombosi e piastrinopenia sono stati associati ai vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson, a vettore virale. Sono stati molto enfatizzati dai media ma sono eventi avversi in realtà molto rari.

Si parla di 7 casi per 1 milione tra donne vaccinate con età tra 18 e 49 anni. La frequenza diventa ancora più rara nelle popolazioni di genere ed età diversa. In tali casi si sono riscontrate trombosi generalmente in sedi inusuali, in particolar modo a livello venoso cerebrale o addominale, accompagnate da piastrinopenia e dalla comparsa di un particolare tipo di autoanticorpi (anticorpi anti-PF4) che sono in parte responsabili dell'attivazione delle piastrine e della riduzione del loro numero.

Per questo motivo questi vaccini non sono più stati somministrati persone sotto i 60 anni di età.

Giovani donne e trombosi

Se l’ipotesi di un ruolo degli anticorpi anti-PF4 nella genesi delle complicanze è corretto, la spiegazione più verosimile per una frequenza maggiore degli eventi in donne giovani può essere quella che vede in questi soggetti una risposta anticorpale più efficiente rispetto ai maschi e a fasce di età più avanzate. Le donne giovani, in altre parole, produrrebbero più facilmente gli anticorpi (anti-PF4) responsabili della trombosi e della piastrinopenia.

Sintomatologia della trombosi

Vi sono delle linee guida molto semplici da seguire. È importante stare attenti alla comparsa di sintomi correlabili a trombosi e a un basso numero di piastrine entro le 3 settimane dall’assunzione del vaccino. Come, per esempio:

  • cefalea severa o persistente;
  • appannamento della vista;
  • mancamento di fiato;
  • dolore al torace;
  • rigonfiamento degli arti inferiori;
  • dolori addominali persistenti;
  • facilità agli ematomi o comparsa di piccole macchie rosso-violacee sotto la cute (petecchie). 

Questi sintomi hanno rilevanza in particolar modo se non erano stati riportati dal soggetto in precedenza. 

Trombofilia e vaccino anti-Covid

In generale chi ha una trombofilia o un rischio maggiore di avere trombosi non dovrebbe fare AstraZeneca/Johnson & Johnson ed è ciò che già avviene nei centri vaccinali.

Ma chi è già scoagulato perché ha avuto trombosi venose o è portatore di valvole cardiache meccaniche o chi prende abitualmente antiaggreganti piastrinici in realtà è già protetto da un evento avverso. Chi non è in terapia ed è a rischio di manifestazioni trombotiche lo deve fare presente al medico vaccinatore che valuterà di volta in volta se è il caso di evitare i vaccini con vettore virale e/o di intraprendere misure terapeutiche.

Chi non è scoagulato e chi è a rischio di manifestazioni trombotiche lo deve fare presente al medico vaccinatore che valuterà di volta in volta. In linea di massima in questi casi si evita AstraZeneca.


Reazioni anafilattiche post vaccino

In generale le reazioni anafilattiche ai vaccini (a titolo esemplificativo per il vaccino antinfluenzale) sono rare, pari a circa 1,31 casi per milione di dosi. Il tasso di reazioni anafilattiche per i vaccini Pfizer- BioNTech e Moderna è di 11,1 casi di per un milione di dosi, superiore quindi a quello dei vaccini anti-influenza, ma sempre con una bassissima incidenza.

Chi ha una storia di allergia lo deve far presente al medico vaccinatore che in questi casi tende a prolungare l’osservazione dopo l’avvenuta vaccinazione: anziché tenerlo per 15 minuti lo trattiene per circa un’ora. Gli eventi allergici solitamente avvengono immediatamente dopo la vaccinazione e quindi in tal caso vengono facilmente gestiti.

Negli hub vaccinali sono presenti una serie di misure e medicine per intervenire in caso di reazioni allergiche, come avviene sempre in caso di inoculazione di un qualsiasi altro vaccino.

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