Antibiotico Resistenza: Cos'è, Cause e Sintomi
Pubblicato il 21/06/2023 - Aggiornato il 31/08/2023
Queste informazioni non sostituiscono in alcun modo il colloquio con il tuo medico di fiducia.
Cos'è l'Antibiotico Resistenza? Quali i sintomi e le cause e, soprattutto, cosa fare se gli antibiotici non sono efficaci? Il parere del Prof. Marco Tinelli, infettivologo di Auxologico.
Che cos’è l’antibiotico-resistenza?
Il fenomeno dell’antibiotico-resistenza si verifica quando i farmaci utilizzati per contrastare i batteri, ovvero gli antibiotici, non sono efficaci. Alcuni batteri sono per natura resistenti a specifici antibiotici, mentre altri lo diventano grazie a mutazioni del DNA, che rendono inefficaci farmaci abitualmente impiegati per contrastarne la proliferazione.
Le infezioni causate da batteri resistenti, che spesso insorgono e si diffondono in particolare nelle strutture sanitarie e negli ospedali, sono difficili da curare e hanno maggiori probabilità di causare complicanze e, in alcuni casi, anche il decesso del paziente.
Quali sono le cause dell’antibiotico-resistenza
La comparsa di resistenza all’antibiotico può essere favorita da diversi fattori. In primo luogo, è proprio l’utilizzo di antibiotici a contribuire alla selezione di microrganismi resistenti. Il fenomeno è accelerato dall’uso improprio ed eccessivo di questi farmaci, dal loro impiego su larga scala nell’allevamento degli animali e nell’attività agricola, e dalla globalizzazione, che facilita gli scambi di merci e i viaggi internazionali, aumentando la diffusione dei ceppi resistenti e favorendo lo sviluppo di epidemie.
Antibiotico-resistenza e salute pubblica
L’antibiotico resistenza è uno dei principali problemi di salute pubblica dei nostri tempi a livello mondiale e minaccia l’efficacia del trattamento di una gamma sempre più ampia di infezioni. È una questione cruciale da un punto di vista clinico, per la maggiore diffusione di malattie, l’aumentato rischio di complicanze e l’aumento della mortalità. Inoltre, è anche un problema economico, perché aumenta i costi di assistenza sanitaria per la cura delle malattie, per le ospedalizzazioni più lunghe e per la dispensazione di farmaci sempre più onerosi.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità e altri organismi nazionali e internazionali, tra cui anche l’Istituto superiore di sanità italiano e l’European Centre for Disease Control and Prevention, hanno messo a punto un sistema di sorveglianza per monitorare i ceppi batterici resistenti agli antibiotici e verificare l’efficacia di alcune classi di antibiotici impiegati per il loro controllo.
L'Antibiotico Resistenza in Italia
Anche in Italia l’antibiotico resistenza è un problema particolarmente importante: siamo al secondo posto in Europa, dopo la Grecia, come carico complessivo di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici.
Secondo un report dell’Ente europeo di riferimento per il Controllo della Malattie Infettive (ECDC) e pubblicato alla fine dello scorso anno, si stima che in Italia (solo seconda alla Grecia in un elenco di 29 paesi) per 100.000 abitanti vi sono almeno 19 decessi attribuibili ad infezioni da microrganismi multiresistenti all’anno. La stima che viene fatta per l’Olanda (ultima dell’elenco) è di 2 decessi ogni 100.000 abitanti all’anno.
Il Ministero della Salute ha approvato a febbraio di quest’anno il nuovo “Piano Nazionale di Contrasto all’Antimicrobico Resistenza-PNCAR 2022-2025” che mette in grande rilievo il concetto di “One Health” ovvero considerare tutti gli aspetti delle infezioni a livello ambientale, animale e umano.
In particolare il Piano si articola in quattro aree orizzontali di supporto a tutte le tematiche (formazione; informazione, comunicazione e trasparenza; ricerca, innovazione e bioetica; cooperazione nazionale ed internazionale) e tre pilastri verticali dedicati ai principali interventi di prevenzione e controllo dell’antibiotico-resistenza nel settore umano, animale e ambientale:
- Sorveglianza e monitoraggio integrato dell’antibioticoresistenza, dell’utilizzo di antibiotici, delle infezioni correlate all’assistenza (Ica) e monitoraggio ambientale;
- Prevenzione delle Ica in ambito ospedaliero e comunitario e delle malattie infettive e zoonosi;
- Uso appropriato degli antibiotici sia in ambito umano che veterinario e corretta gestione e smaltimento degli antibiotici e dei materiali contaminati.
Un altro degli obiettivi primari del PNCAR è gestire al meglio la prevenzione, sorveglianza ed il buon uso degli antibiotici nella “transizione” dei pazienti tra ospedale e territorio con l’obiettivo di evitare o ridurre al minimo il rischio di contrarre infezioni e colonizzazioni da batteri multi-resistenti che si stanno diffondendo sempre più anche a livello territoriale.
Vedi anche: Sanità sostenibile in Italia
Antibiotico-resistenza: che cosa fare
Ciascun individuo, nel proprio piccolo, può dare un contributo rilevante per contrastare l’antibiotico-resistenza. È importante in particolare ricordare che gli antibiotici devono essere sempre prescritti da un medico in quanto:
- gli antibiotici sono efficaci solo in caso di infezioni batteriche, mentre non hanno alcun effetto su altre malattie che possono manifestarsi con sintomi simili a quelli provocati da queste ultime, come per esempio l’influenza o il raffreddore, che sono causati da infezioni virali
- gli antibiotici non devono essere utilizzati come antidolorifici o antifebbrili
- molte infezioni batteriche lievi non necessitano di terapia antibiotica. L’uso di questi farmaci, oltre a non accelerare la guarigione, può indurre effetti collaterali come nausea, disturbi intestinali, eruzioni cutanee
- è necessario ricevere dal medico indicazioni su dosi e durata della terapia antibiotica, che dipendono dal farmaco e dal tipo di infezione, e seguirle scrupolosamente.
È quindi fondamentale evitare il “fai da te” e non iniziare in autonomia una terapia antibiotica, utilizzando farmaci avanzati da una precedente prescrizione, né cercando di procurarseli senza prescrizione medica.
Antibiotici e ambiente
Gli antibiotici possono essere dannosi per l'ambiente a causa del loro effetto sui batteri. Quando gli antibiotici vengono utilizzati per trattare le infezioni batteriche nell'uomo o negli animali, una parte di questi farmaci viene eliminata dal corpo attraverso le urine e le feci.
Gli antibiotici possono finire nelle acque superficiali, nei fiumi e nei laghi attraverso le acque di scarico. Una volta nell'ambiente, gli antibiotici possono persistere per lungo tempo e raggiungere livelli di concentrazione significativi, con effetti dannosi sulla flora batterica presente in natura.
Il PNCAR 2022-2025 sancisce alcuni importanti obiettivi in merito: “I residui di antibiotici vengono rilasciati nei rifiuti, principalmente nelle acque reflue e nei fanghi per quanto concerne il settore umano e nel letame di allevamento per gli animali allevati. La discarica di rifiuti solidi urbani è riconosciuta come un importante serbatoio di antibiotici e di geni di resistenza agli antibiotici. Le discariche, pertanto, così come le falde acquifere, devono essere considerate come enormi serbatoi di quelli che potrebbero essere definiti “contaminanti emergenti”.
Pertanto, una corretta gestione dei farmaci, e degli antibiotici in particolare, non può prescindere anche da una corretta gestione dello smaltimento dei materiali contaminati da essi, dovendo quindi comprendere: farmaci scaduti, acque reflue di impianti di produzione di farmaci, acque reflue ospedaliere, fanghi attivi dagli impianti di depurazione e residui provenienti da allevamenti zootecnici e da impianti di acquacoltura.
Per questo motivo, è importante fare un uso corretto degli antibiotici, seguire le indicazioni del medico o del veterinario e smaltirli correttamente presso le farmacie o le strutture di smaltimento autorizzate che, seguendo i protocolli ufficiali emanati dalle autorità competenti, provvederanno ad una gestione che non comporterà alcun rischio per la salute pubblica.