La capacità di cura che ci farà vincere
Pubblicato il 14/12/2020 - Aggiornato il 21/10/2024
Natale 2020
Prof. Michele Colasanto, Presidente Istituto Auxologico Italiano
A settembre di quest’anno, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede di Meda, abbiamo dedicato un evento di ringraziamento a tutto il personale di Auxologico coinvolto nella guerra alla pandemia nella sua prima fase.
Nell’estate abbiamo sperimentato un breve armistizio, ma ben presto soprattutto i medici, gli infermieri, l’intero personale sanitario si è ritrovato nuovamente al fronte e nuovamente ha dovuto farsi carico di sacrifici personali e familiari, fatiche e rischi che in cuor suo certo avrebbe sperato di poter evitare.
Ma non ci sono state defezioni, e il nostro ringraziamento va ribadito e rafforzato, anche perché ci aiuta a capire che la guerra al virus è al tempo stesso una messa alla prova della nostra umanità.
Lo testimonia la capacità di cura di cui si stanno facendo carico tutti coloro che stanno in prima linea. Una cura che è per la malattia ma anche per tutta la persona del malato e che ha una sua forza medica e professionale, ma anche morale e sociale per le relazioni che nascono tra il personale sanitario, i pazienti e le loro famiglie, la società che fa da contesto.
È così che si traduce di fatto la capacità di riuscire a convivere con il virus per un tempo che non sarà breve, perché anche al traguardo dell'acquisizione dei vaccini non ci sarà un'immunità istantanea.
In questa prospettiva, la salute e la sua tutela potranno diventare una delle architravi su cui ricostruire quei pezzi del nostro paese che soffrono di carenze non solo materiali, ma anche etiche e culturali in funzione di una maggiore attenzione reciproca.
C’è una condizione da rispettare: che ognuno resti al proprio posto, come di recente ci ha ricordato il Vescovo di Milano Mons. Delpini nel suo discorso alla città, e come testimoniano anche in questa fase pandemica tutti coloro che operano quotidianamente nella Sanità, e per questo meritano di nuovo la nostra gratitudine e insieme il nostro rispetto.
Anche la Fondazione Auxologico è rimasta al suo posto. È tornata a farsi carico di pazienti Covid in questa seconda fase emergenziale, ma ha anche cercato di far fronte ad altre patologie che rischiano di essere trascurate.
Allo stesso tempo proietta se stessa oltre l’emergenza verso i vecchi e i nuovi bisogni di salute. C’è una storia da far valere, a partire dalla ricerca come requisito per la qualità delle nostre prestazioni. A partire ancora dai rapporti con i territori sui quali abbiamo esperienze esemplari e soprattutto valorizzando un'idea di medicina che accompagni le persone nel corso di tutta loro vita tramite la ricerca e la prevenzione, la forza ricordata dalle nostre cure, la riabilitazione, gli interventi sulla popolazione più fragile.