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Disabilità e Sport: la storia di Paolo alla Meda Urban Race

Pubblicato il 21/08/2024 - Aggiornato il 03/09/2024

Lo sport è sport, non c’è quello per disabili e quello per normodotati. Chiunque può fare sport. Quello che dico sempre ai ragazzi è di non chiudersi in casa perché hanno una disabilità o un qualsiasi tipo di impedimento ma, nel limite del possibile, praticare un’attività sportiva.

Paolo ha 34 anni e soffre di una patologia genetica che si chiama retinite pigmentosa, una malattia rara della retina che lo ha reso ipovedente. Le persone ipovedenti hanno un campo visivo limitato e la percezione alterata da diverse distorsioni.

La diagnosi a 11 anni e l’evolvere della malattia dai vent’anni, però, non gli hanno fatto perdere la passione per gli allenamenti all’aria aperta. Dal calcio, la sua prima passione, alla corsa il passaggio non è stato facile ma decisivo.

Oggi Paolo è un campione nazionale delle lunghe distanze e alla Meda Urban Race ha testimoniato la sua tenacia, oltre alla sua missione nella vita: far avvicinare i giovani allo sport e trasmettere il suo valore inclusivo.

Chi ha una disabilità visiva corre con una “guida” legata da un cordino, un atleta con le stesse capacità tecniche o di poco superiori. La mia guida si chiama Samuele, tra di noi ci sono dieci anni di differenza d’età. ma ci siamo trovati subito in sintonia e abbiamo vinto gli ultimi tre campionati italiani degli 800 metri.
Meda Urban Race è stata una esperienza importante e un allenamento utile perché per preparare una gara si devono allenare le gambe su diverse distanze.
Ho corso per la prima volta su strada, non su una pista da corsa, attraverso un parco, salendo gradini…  Volevamo concludere la corsa dei 10 km in 50 minuti e ci siamo riusciti.


CORRERE DA IPOVEDENTE: COME FUNZIONA

L’allenamento è lo stesso per ogni atleta. Paolo spiega che chi vuole raggiungere dei risultati nell’atletica deve allenarsi quasi tutti i giorni. Lui è progredito gradualmente, prima con un allenamento alla settimana, poi due-tre volte; ora da circa due anni esegue almeno cinque-sei allenamenti alla settimana della durata di due ore ciascuna. Si svolgono così:

  • Lunedì si pratica l’allenamento chiamato “lento”, per esempio con 10 km di corsa in pista;
  • Martedì si svolge la parte tecnica con il cordino per affinare la coordinazione tra corridore e guida;
  • Mercoledì è il turno della “ripetuta”, si corrono per esempio dieci volte gli 800 metri di gara con 200 metri di riposo, per mettere “la distanza sulla gamba”, cioè allenare il corpo al tratto di gara;
  • Giovedì è la volta del potenziamento. In palestra si svolge un programma specifico per tecnica e velocità con pesistica. Si usano bilancieri, manubri, corde, elastici e tutti gli attrezzi per incrementare il potenziamento;
  • Venerdì. Quando ci si trova nella settimana di gara si eseguono le partenze dai blocchi, per esempio per i 400 metri o la staffetta, oppure ripetute più corte da 200 o 350 metri, che servono ad allenare le gambe per l’ultimo tratto degli 800 metri, lo stacco finale.

PORTARE LO SPORT NELLE SCUOLE

La mia adolescenza è stata tranquilla, la mia malattia era solo un nome. Quando è peggiorata ho dovuto lasciare il calcio, ma se avessi saputo prima che potevo scegliere uno sport paralimpico e allenarmi su quello lo avrei fatto.
Avrei potuto fare di tutto e ho provato di tutto: arrampicata, barca a vela, canoa, tiro con l’arco. Poi mi sono innamorato dell’atletica e ho iniziato a gareggiare.
Ci sono riuscito perché a 28 anni volevo tornare a praticare uno sport agonistico e ho cercato la società che poteva mettermi nelle condizioni di competere come disabile visivo.

Per questo motivo Paolo visita le scuole e promuove la bellezza dello sport. Porta la propria esperienza di atleta e incoraggia gli studenti a praticare un’attività, qualsiasi sia la loro condizione fisica. In soli due anni ha condiviso la sua storia con venti scuole e nel tempo ha costruito un laboratorio che non si limita alla trasmissione della sua testimonianza ma alla dimostrazione pratica di diverse discipline.

Con ausili come cordini, bende, palloni sonori si può giocare a calcio, tennis, baseball, rugby e atletica. Io faccio sperimentare ciò che possiamo svolgere in palestra o in cortile. I bambini per esempio, con gli occhi coperti da una benda fanno un percorso di fiducia, saltano in un cerchio, vanno a zig zag tra i birilli. E poi corrono legati da un cordino, tra di loro e a volte con me, e imparano a guidare il compagno nello spazio senza l'aiuto della vista.
Loro si divertono, capiscono subito che si può fare tutto, e io mi emoziono.


Il SOGNO SPORTIVO DI PAOLO

Dopo cinque titoli nazionali consecutivi degli 800 metri, tre outdoor e due indoor, Paolo desidera continuare a fare esattamente quello che fa oggi: gareggiare per riconfermarsi, promuovere lo sport tra i giovani e trasmettere fiducia nelle persone con disabilità. Generoso e solidale, Paolo ha un desiderio tutto per sé:

Partecipare alle paralimpiadi. I posti sono solo 12, le categorie molte e le disabilità diverse tra loro. È difficile ma è il mio sogno.


MEDA URBAN RACE 2024

Ti aspettiamo sabato 5 e domenica 6 ottobre alle ore 09:00 presso il piazzale antistante Auxologico Meda di Via Pace a Meda per la terza edizione della Meda Urban Race.

Meda Urban Race sostiene Avis Meda per i servizi a favore delle persone con disabilità.

Il cuore dell’evento sono i 21 km competitivi, ma ci sarà la possibilità di partecipare alle 10 km o 5 km non competitive. Famiglie, principianti, appassionati e atleti professionisti: ce n’è per tutti i gusti!

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