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Linee europee per gestire pazienti con disfunzione tiroidea durante il COVID-19

Pubblicato il 29/05/2020 - Aggiornato il 16/10/2024

Prof. Luca Persani

Direttore U.O. Endocrinologia e Malattie del Metabolismo - Auxologico San Luca

Direttore del Dipartimento di Endocrinologia e Malattie Metaboliche

Direttore del Laboratorio di Ricerche Endocrino-Metaboliche

Abbiamo chiesto al Prof. Luca PersaniDirettore U.O. Endocrinologia e Malattie del Metabolismo - Auxologico San Luca di commentare il suo articolo scientifico relativamente alle linee di consenso europee sulla gestione clinica dei pazienti con disfunzione tiroidea durante la pandemia Covid-19. 

CURE DI ROUTINE RINVIATE DURANTE L'EMERGENZA

L'11 marzo 2020 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l'infezione causata dal SARS-CoV-2, causa della malattia di COVID-19, una pandemia globale. La maggior parte dei paesi ha messo in atto piani di gestione a livello locale o nazionale per cercare di far fronte alla crisi sanitaria più grave e travolgente degli ultimi cento anni.

La maggior parte degli operatori sanitari, compresi gli endocrinologi, sono stati riassegnati ai servizi in prima linea e ad altri settori più bisognosi e le cure mediche di routine e le procedure elettive sono state rinviate.

Inoltre, con più di un terzo della popolazione mondiale in isolamento, i pazienti incontrano difficoltà nell'accesso alle strutture sanitarie per l’espletamento delle procedure diagnostiche e terapeutiche.

COME GESTIRE IN MANIERA SICURA I PAZIENTI CON PATOLOGIE TIROIDEE DURANTE IL COVID-19?

L'ipotiroidismo e l'ipertiroidismo sono condizioni croniche che di solito vengono trattate in un ambiente ambulatoriale e la loro gestione è fortemente dipendente dai test biochimici, dalle immagini e dalle procedure di medicina nucleare.

Tuttavia, alcuni dei trattamenti o esami diagnostici comunemente utilizzati possono rappresentare un rischio in questo momento sia per gli operatori sanitari che per i pazienti.

Questo articolo ha lo scopo di fornire consigli di consenso per una gestione sicura dei pazienti durante una crisi con grave limitazione delle risorse, in cui appare necessario adattarsi alla pratica locale e alle infrastrutture disponibili.

Le indicazioni principali sono:

  • le malattie autoimmuni della tiroide non sono legate a un aumento del rischio di sviluppare la malattia COVID-19;
  • l’ipertiroidismo scarsamente controllato può favorire un peggioramento delle manifestazioni da infezione da SARS-CoV-2, che a sua volta può precipitare in una crisi tireotossica chiamata “tempesta tiroidea”;
  • la cura di forme di ipertiroidismo di nuova diagnosi dovrebbe considerare schemi di trattamento farmacologico che comportano un numero minori di controlli ematochimici e clinici (il cosiddetto schema di trattamento “block-and-replace”);
  • la neutropenia indotta da un farmaco antitiroideo (ATD), come il metimazolo, può favorire la progressione del COVID-19 e i sintomi dell'infezione possono essere confusi con l'infezione da SARS-CoV-2. La sospensione di questi farmaci e la misurazione urgente dei neutrofili dovrebbero essere considerati in caso di manifestazioni simil-influenzali che si verificano nei primi tre mesi di trattamento con ATD;
  • la tiroidectomia d’urgenza può essere indicata in casi selezionati di ipertiroidismo grave scarsamente controllato dalla terapia medica;
  • i pazienti con infezione da COVID-19 possono presentarsi con congiuntivite, che potrebbe causare difficoltà diagnostiche nei pazienti con orbitopatia di Graves-Basedow di nuova insorgenza o pre-esistente; queste manifestazioni oculari della malattia tiroidea si possono associare a iperlacrimazione e nel caso di infezione da SARS-CoV-2, questi pazienti sono particolarmente a rischio di trasmettere l’infezione ai medici o ai loro eventuali congiunti e devono essere particolarmente attenti nell’uso dei dispositivi di protezione individuale (es. visiera o occhiali a maschera). Inoltre, la terapia di queste manifestazioni oculari si basa sull’uso di farmaci immunosoppressori come il cortisone ad alte dosi. Questa condizione determina un aumento del rischio di infezione o un decorso peggiore della malattia COVID-19.
  • i pazienti che sono in trattamento sostitutivo con ormone tiroideo dovrebbero assicurarsi di averne una sufficiente fornitura di levotiroxina. Il consiglio di aumentare il dosaggio della levotiroxina durante la gravidanza deve essere dato anche in assenza di un puntuale riscontro ematochimico;
  • molti pazienti di nuova presentazione e diagnosticati in precedenza con disfunzione tiroidea possono essere gestiti tramite cliniche telefoniche virtuali o servizi di video-opinion come quello istituito dall’Istituto Auxologico.

SITI UTILI

Siti internet con informazioni specifiche per pazienti con tireopatie:

Kristien Boelaert (UK), W. Edward Visser (Neth), Peter Taylor (UK), Carla Moran (EIRE), Juliane Leger (FR), Luca Persani (IT)

European Journal of Endocrinology, Maggio 2020

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