Test da sforzo
Pubblicato il 07/03/2017 - Aggiornato il 11/10/2024
CHE COS’È IL TEST DA SFORZO?
Il test da sforzo (chiamato anche prova da sforzo, elettrocardiogramma sotto sforzo, o test ergometrico massimale) è un accertamento medico che permette di monitorare l’attività cardiaca durante un’intensa attività fisica.
Nel corso della prova vengono raccolte informazioni sul ritmo cardiaco (battiti cardiaci/minuto), sui livelli di pressione arteriosa, sul consumo di ossigeno e, se richiesto, come nel test da sforzo cardiopolmonare, sulla funzionalità respiratoria.
A COSA SERVE IL TEST DA SFORZO?
Il test da sforzo permette la diagnosi di malattie coronariche, insufficienza cardiaca, cardiopatia ischemica o altre anomalie cardiache o respiratorie non riscontrabili con un esame a riposo.
Inoltre, serve a dare indicazioni sulla funzionalità cardiaca dopo un intervento di angioplastica, oppure dopo episodi di infarto del miocardio o di angina pectoris.
Se il test ergometrico è positivo significa che, probabilmente, è presente una patologia cardiaca e che quindi merita ulteriori indagini di approfondimento.
PER CHI È INDICATO? QUANDO È CONTROINDICATO?
Il test da sforzo è indicato per i pazienti cardiopatici, per chi ha subito un bypass coronarico, nel corso dei programmi di riabilitazione cardiologica, e nei pazienti con scompenso cronico cardiaco più o meno grave.
Viene utilizzato anche per valutare le condizioni di salute del cuore di pazienti sottoposti a terapie farmacologiche di lunga durata.
Talvolta è richiesto il test da sforzo per lo sport, per la valutazione di idoneità degli atleti che praticano attività agonistica.
Inoltre, nella medicina del lavoro può essere richiesto per valutare le condizioni di salute degli addetti a determinate professioni.
La prova da sforzo nei bambini può essere prescritta anche dal pediatra per riscontrate tachicardie o aritmie.
Il test ha alcune controindicazioni; non deve essere infatti effettuato in caso di:
- infarto miocardico acuto molto ravvicinato;
- aneurisma aortico;
- scompenso cardiaco non controllato da farmaci o malattie infettive in corso.
CI SONO DEI RISCHI?
Non sono segnalati particolari rischi o pericoli per il test da sforzo, soprattutto se effettuato in una struttura sanitaria con personale qualificato e con strumenti idonei ad affrontare un’emergenza nei rari casi in cui si presenta.
CI SONO DELLE NORME DI PREPARAZIONE?
Il giorno dell’esame:
- non applicare sul torace creme, oli e/o borotalco di alcun genere;
- non fumare nelle 3 ore precedenti;
- indossare abbigliamento comodo e spezzato (ad es. camicia + pantaloni e/o gonna, non indossare abiti interi);
- indossare o portare con sé un paio di scarpe comode (ad. es. scarpe da ginnastica);
- portare con sé gli occhiali da vista se il proprio difetto visivo è l’ipermetropia o la presbiopia.
È opportuno inoltre:
- consultare lo specialista curante per l’eventuale sospensione della terapia prima del test da sforzo;
- non presentarsi a digiuno ma consumare, preferibilmente 2-3 ore prima del test da sforzo, un pasto leggero (colazione o pranzo).
Ai pazienti di sesso maschile è richiesto di presentarsi a torace rasato.
I pazienti minorenni devono essere accompagnati da un genitore.
È importante che, al momento dell'esame, avere con sé tutta la documentazione relativa alla patologia in essere (elenco completo della terapia in atto con i relativi dosaggi, eventuali elettrocardiogrammi, altri esami di tipo cardiologico, esami di laboratorio precedentemente eseguiti), così come indicato al momento della prenotazione.
COME SI ESEGUE E QUANTO DURA?
Al paziente vengono applicati alcuni dispositivi per la misurazione di vari parametri:
- gli elettrodi per l’elettrocardiogramma;
- il bracciale per misurare la pressione sanguigna.
Eventualmente può essere utilizzato anche un boccaglio per la spirometria da sforzo.
L’elettrocardiogramma viene eseguito prima a riposo e successivamente si passa al test da sforzo su un cicloergometro (una sorta di cyclette) o facendo camminare il paziente su un tapis roulant.
L’intensità dell’esercizio viene via via aumentata fino a quando la frequenza cardiaca raggiunge la soglia dell’80% circa dei valori massimi previsti per il soggetto. L’esame si conclude anche nel caso in cui il medico che presenzia all’esame ritenga i parametri registrati fuori norma o riscontri anomalie nel tracciato dell’elettrocardiogramma.
Il test termina con una fase di recupero, della durata di pochi minuti, durante la quale diminuisce progressivamente l’intensità dell’attività fisica.
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