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Test sierologici COVID 19: come si leggono i risultati?

Pubblicato il 05/08/2020 - Aggiornato il 14/10/2024

Queste informazioni non sostituiscono in alcun modo il colloquio con il tuo medico di fiducia.

Con il test sierologico si può rilevare e dosare la presenza degli anticorpi coinvolti nella risposta immunitaria contro il Covid-19. Che differenze ci sono tra le varie classi di anticorpi?

Prof. Pierluigi Meroni

Direttore Laboratorio sperimentale ricerche Immunologia Clinica e Reumatologia

Che cosa sono le immunoglobine (o anticorpi)?

Le immunoglobuline (Ig), dette anche anticorpi, sono proteine prodotte da alcuni globuli bianchi, i linfociti B, che vengono coinvolte nella risposta immunitaria nei confronti di qualsiasi sostanza (per esempio un allergene) o microrganismo (virus, batteri ecc.) riconosciuti come pericolosi. 

Gli anticorpi, una volta entrati in contatto con specifiche molecole “estranee” all’organismo, chiamate antigeni, sono in grado per esempio di interferire con la capacità dei microrganismi patogeni di interagire con le cellule dell’organismo o di stimolare la loro eliminazione da parte di specifiche cellule immunitarie.

Quanti tipi di anticorpi (immunoglobine) esistono?

Esistono 5 tipologie di anticorpi, che possono essere classificate a seconda della loro funzione.

  • Immunoglubuline A (IgA): rappresentano circa il 15% degli anticorpi totali. Sono specializzate nella difesa dalle infezioni locali e dalle aggressioni a livello delle mucose. (respiratorie, intestinali ecc.). Soprattutto nel muco e nelle secrezioni esterne dell’organismo (lacrime, saliva, secrezioni genitourinarie, latte materno e colostro ecc). 
  • Immunoglubuline D (IgD): la loro funzione non è ancora completamente chiara, sono presenti sulla membrana dei linfociti B, probabilmente con il ruolo di recettori.
  • Immunoglobuline E (IgE): sono coinvolte nelle reazioni immunitarie allergiche e nelle infestazioni da parassiti.
  • Immunoglobuline M (IgM): sono coinvolte nella prima risposta immunitaria a una nuova infezione o a un antigene estraneo
  • Immunoglobuline G (IgG): rappresentano circa il 70-80% delle immunoglobuline totali. Si trovano in tutti i fluidi corporei e sono fondamentali per combattere le infezioni da virus e batteri. Sono la classe di anticorpi che vengono trasmessi dalla madre al feto attraverso la placenta.

Differenza tra IgM e IgG

Gli anticorpi IgM e IgG rappresentano le principali armi di difesa dell’organismo contro le malattie infettive e si comportano come una staffetta:

  • le IgM sono i primi anticorpi a essere prodotti in seguito al contatto con un agente estraneo. Se ne trovano tracce nel sangue dopo 5-10 giorni e la loro produzione aumenta rapidamente per alcune settimane, per poi calare e interrompersi quando subentrano le IgG (le IgM possono essere rilevate nel sangue anche a distanza di 3-4 mesi)
  • la produzione di IgG aumenta generalmente dopo qualche settimana dall’infezione e diminuisce gradualmente fino a stabilizzarsi. Le IgG aiutano a sviluppare una risposta immunitaria secondaria, che si verifica nelle esposizioni successive a uno stesso antigene. Rappresentano infatti la “memoria” del sistema immunitario, che in questo modo si ricorda di microrganismi con cui è già entrato in contatto ed è pronto a intervenire in caso di una successiva infezione.

È proprio su questo meccanismo che si basa l’immunità vaccinale: si crea la memoria immunologica nei confronti di un agente infettante provocando una risposta del sistema immunitario mediante l’iniezione di un microrganismo ucciso oppure vivo ma attenuato (quindi inoffensivo), oppure di una molecola che riproduca parte del microrganismo e che stimoli una risposta in grado di reagire anche con l’agente infettivo originale. 

In questo modo, se si entra in contatto con il microrganismo contro cui si è stati vaccinati saranno già presenti nell’organismo anticorpi specifici (IgG) e la risposta immunitaria sarà rapida ed efficace. 

Cos'è la sierologia?


Test sierologici: a cosa servono?

Si tratta di un test che ha lo scopo di rilevare la presenza o la quantità di alcune immunoglobuline (specifiche per un particolare antigene) nel siero, ovvero il liquido che viene ottenuto dal sangue dopo aver eliminato la parte corpuscolata (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) e alcune proteine deputate al processo di coagulazione del sangue (per esempio il fibrinogeno e i fattori di coagulazione). 

Generalmente si misurano IgG e IgM per ottenere un quadro della situazione immunitaria e valutare se un individuo è entrato in contatto con un determinato microrganismo oppure se la vaccinazione a cui si è sottoposto ha indotto la produzione di anticorpi specifici.

Il test può essere qualitativo o quantitativo: 

  • il test sierologico quantitativo si esegue su un campione di sangue ottenuto con prelievo venoso e misura la concentrazione totale di IgG, IgM e IgA
  • il test sierologico qualitativo rileva esclusivamente la presenza o l’assenza di anticorpi IgG e IgM, senza dare indicazione sulla quantità di anticorpi presenti.

Come leggere il risultato del test sierologico Covid 19

I risultati del test sierologico eseguito per valutare l’eventuale esposizione a un microrganismo patogeno possono essere:

  • IgM e IgG negative: non c’è stata infezione o l’esposizione al patogeno è avvenuta da troppo poco tempo e non è stata ancora sviluppata una reazione immunitaria rilevabile, oppure il livello di anticorpi prodotti è troppo basso per essere rilevato dal test; 
  • solo IgM positive: l’esposizione all’antigene è molto recente;
  • IgM e IgG positive: l’infezione è in corso ed è stata contratta da poco tempo; 
  • solo IgG positive: l’infezione c’è stata ma non è recente. Non sempre è possibile stabilire se il soggetto che si è sottoposto al test è protetto da una successiva infezione e per quanto tempo.

A seconda dei risultati e dell’antigene indagato, il medico potrebbe aver bisogno di prescrivere altri test, come il tampone, per arrivare a una diagnosi precisa.


Valore degli anticorpi alto: cosa significa?

I test sierologici possono indicarci se vi è una risposta contro la proteina N o la proteina S del virus. La produzione di anticorpi contro la proteina S è la conseguenza o di un’infezione (malattia) o di una vaccinazione. La produzione di anticorpi anti proteina N avviene invece solo dopo l’infezione.

Come detto, la produzione di sole IgM indica un’infezione recentissima, mentre la presenza di IgM ed IgG o di sole IgG compare più tardivamente. I test sono quantitativi. Sono, in altre parole, in grado di darci un’idea di quanti anticorpi sono stati indotti dalla vaccinazione o dall’infezione stessa.

La quantità degli anticorpi (ad esempio un titolo più alto) non significa necessariamente che si abbia una protezione migliore e non giustifica comportamenti non corretti a evitare l’infezione o la decisione di non farsi vaccinare (o ri-vaccinare).

Una spiegazione risiede nel fatto che i test non discriminano tra anticorpi neutralizzanti e non-neutralizzanti. Infatti, quando produciamo gli anticorpi possiamo costruire anticorpi che bloccano l’ingresso del virus nelle cellule (anticorpi neutralizzanti) ma anche anticorpi che riconoscono il virus ma che non ne bloccano l’ingresso nelle cellule. Avere tanti anticorpi neutralizzanti è più protettivo, mentre quelli non-neutralizzanti sono meno efficaci. Vi sono test in grado di caratterizzare i tipi diversi di anticorpi ma purtroppo non possono essere eseguiti nella routine di tutti i giorni.

La presenza degli anticorpi conferma in ogni caso che il nostro sistema immune ha riconosciuto il virus e saprà riconoscerlo in futuro.

Il sistema immune ha infatti costruito una memoria immunologica che è principalmente sostenuta dalle sue cellule particolari. Questo spiega come mai la pregressa malattia o la vaccinazione ci protegge dalle forme cliniche gravi anche se non evita la possibilità di una re-infezione (con malattia solitamente non grave).


La U.O. di Immunologia di Auxologico

L’Unità Operativa di Immunologia, Allergologia e Reumatologia, a direzione universitaria, propone l’inquadramento diagnostico, le terapie e il follow up del paziente per le malattie da deficit del sistema immunitario, per le malattie allergiche di bambini e adulti e per le malattie reumatiche in tutti i loro aspetti (autoimmuni, infiammatorie, infettive, post-infettive o degenerative).

L'attività clinica viene erogata sia presso l'Ospedale San Luca, dove sono previsti percorsi ambulatoriali diagnostici-terapeutici e attività di Day Hospital terapeutico, sia presso le sedi ambulatoriali di Auxologico in Lombardia.

In Piemonte è attivo l'ambulatorio di Allergologia presso il poliambulatorio di Villa Caramora (VB).

TEST SIEROLOGICI E TAMPONI

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