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Pubblicato il 27/02/2025 - Aggiornato il 05/03/2025

La Prof.ssa Sabrina Corbetta è Responsabile del Centro per le Malattie del Metabolismo Osseo e Diabete. In questa intervista descrive storia e avanguardia della cura dell'Osteoporosi in Auxologico e rassicura i malati che temono la terapia farmacologica.

Prof.ssa Sabrina Corbetta

Responsabile Centro Diabetologia

Responsabile Centro Osteoporosi - Milano

Responsabile Centro Malattie del Metabolismo Osseo e Diabete - U.O. Endocrinologia e Malattie del Metabolismo - Auxologico San Luca

Storia e avanguardia dell'osteoporosi

Auxologico è sempre stato un punto di riferimento per la cura, il trattamento e la ricerca sull’Osteoporosi, una patologia dello scheletro caratterizzata da una riduzione della massa minerale ossea e da un deterioramento microstrutturale del tessuto osseo, con aumento della fragilità ossea e del rischio di fratture anche a seguito di traumi minimi (una semplice caduta, una flessione della schiena, il sollevamento di un peso).

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Pionieri in Italia e a Milano sono stati, infatti, il Dott. Sergio Ortolani e la Prof.ssa Maria Luisa Bianchi, medici di Auxologico che hanno scritto alcune delle pagine più importanti del progresso della cura dell’Osteoporosi e della ricerca sui farmaci difosfonati.

I farmaci difosfonati sono molecole che presentano una elevata affinità per la matrice ossea, vengono internalizzati
dagli osteoclasti mentre riassorbono la matrice ossea, inducendone apoptosi e morte cellulare. Pertanto, inibendo il riassorbimento della matrice ossea, che è particolarmente attivo nella donna in post menopausa, determinano un incremento della massa ossea e quindi riducono significativamente il rischio fratturativo.

Oggi il Centro Osteoporosi di Milano è guidato dalla Dott.ssa Sabrina Corbetta, Professoressa di Endocrinologia all’Università degli Studi di Milano, Responsabile del Centro Malattie del Metabolismo Osseo e Diabete, afferente al Dipartimento di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo di Auxologico.

Sulle orme di chi l’ha preceduta si alterna tra pratica clinica a diretto contatto con i pazienti, attività di ricerca in laboratorio e lezioni universitarie.

Metabolismo dell'osso: cosa significa?

«Per Metabolismo si intendono tutti i processi vitali all’interno di un tessuto necessari a garantire il mantenimento dell’Omeostasi, la capacità di autoregolazione di un organo. Un organo deve far fronte a quelli che sono gli “insulti”
esterni come l’invecchiamento o l’usura, e conservare la sua salute. L’autoregolazione dell’omeostasi implica che ogni tessuto non sia rigido: anche dove le cellule si replicano una volta all’anno non sono ferme, il corpo umano non è mai uguale a sé stesso nel tempo e questi cambiamenti sono regolati da tantissimi segnali. L’Endocrinologia di per sé è rappresentata dai segnali inviati da una cellula all’altra e un’altra ancora più lontana. Qui nel Centro di Osteoporosi ci dedichiamo alle relazioni tra l’osso e gli altri organi e apparati».

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L'osso è un organo attivo

«L’osso è sempre stato visto solo come un organo inerte, con l’unica funzione di sostegno. Quello che sta emergendo dalla più recente attività di ricerca è che ricopre diverse funzioni regolatorie:

  • dello stato di fertilità;
  • del metabolismo glucidico;
  • della composizione corporea.

A loro volta queste funzioni metaboliche si ripercuotono sulla componente ossea in un rapporto che prende il nome di “cross talk bidirezionale”.

Un esempio è dato dall’interazione meccanica con l’apparato respiratorio. Quando si verificano più fratture alle vertebre, determinando una riduzione dell’altezza della colonna, la gabbia toracica viene schiacciata, il suo volume di riduce e diminuisce la capacità di escursione e di ventilazione. I polmoni fanno più fatica a lavorare. Questa relazione mostra quanto siano strette le interazioni tra i diversi organi, compreso l’osso».

Tutti gli specialisti dell'osso

«Gli specialisti che si occupano della salute dell’osso sono:

  • Endocrinologi;
  • Reumatologi;
  • Fisiatri;
  • Geriatri;
  • Ortopedici;
  • Nefrologi;
  • Ginecologi;
  • Oncologi.

Il contributo degli endocrinologi, che spesso hanno un ruolo centrale nel percorso di cura, è rivolto sia alla diagnosi della fragilità ossea sia all’elaborazione dell’intervento farmacologico più indicato per l’individuo».


Le terapie farmacologiche

«I farmaci che intervengono sugli ormoni e che non hanno come unico obiettivo la cura della menopausa, erroneamente considerata unica causa dell’osteoporosi, ma il mantenimento della salute dell’osso e offrono una opzione per la prevenzione primaria dell’osteoporosi sono:

  • Estroprogestinico;
  • Estrogeno esclusivo;
  • i cosiddetti SERM, modulatori selettivi del recettore degli estrogeni.

Quando l’Osteoporosi è più conclamata e con un elevato rischio fratturativo vengono utilizzati altri farmaci come:

  • teriparatide;
  • abaloparatide.

Queste molecole sono simili al paratormone, necessario per la mineralizzazione dell’osso e la gestione del fosforo nell’organismo. Quindi di nuovo un farmaco che si basa su un ormone e che va conosciuto e utilizzato in modo adeguato».

Di comune impiego e di grande efficacia ci sono anche i farmaci “non-ormonali” come:

  • alendronato, risedronato, ibandronato;
  • denosumab;
  • romosozumab.

Medicina rigenerativa

«Esiste un luogo comune che sostiene che l’osteoporosi “faccia male”, che faccia venire i dolori. In realtà l’osteoporosidolore nel momento in cui si verifica una frattura e questa lascia una deformazione ossea che genera dolore cronico e uno stato di malattia.

Tra i pazienti dovrebbe crescere la consapevolezza sul cambiamento che una frattura comporta per il corpo. Spesso si pensa che basti l’ingessatura per tornare alle condizioni di salute precedenti al trauma fisico ma la verità è che l’ingessatura o l’intervento chirurgico non restituiscono completamente l’integrità del segmento scheletrico fratturato.

Le pazienti principalmente interessate da questi eventi sono le donne dopo i 60 anni, per le quali l’osteoporosi è un’evoluzione che segue la menopausa e fa parte dei processi di invecchiamento. Per loro, e non solo, si parla di Medicina Rigenerativa, che impiega terapie farmacologiche capaci di “rigenerare” lo stato di salute di un organo. In tale contesto, riportare lo stato di salute dell’osso a quello che era a 40 anni è un obiettivo oggi raggiungibile con le terapie farmacologiche disponibili».

Malattie dell'osso ereditarie e rare

«Il Centro Osteoporosi di Milano è un centro di terzo livello, ovvero mette a disposizione dei pazienti che soffrono di patologie ossee da fragilità ereditarie e rare diagnosi genetiche e terapie specifiche, grazie al lavoro in sinergia con il Laboratorio di Citogenetica Medica e Genetica Molecolare di Auxologico.

Il Centro inoltre è inserito nel registro dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri per le Malattie Rare del metabolismo scheletrico».

Gli ulteriori servizi che Auxologico offre sono:


LA CURA DELL'OSTEOPOROSI IN AUXOLOGICO

In Auxologico l'osteoporosi è curata presso:

Dedicati a soddisfare tutte le esigenze dei pazienti affetti da osteoporosi e da altre malattie metaboliche delle ossa, in termini di diagnosi, prevenzione, cura e riabilitazione, sono riconosciuti a livello internazionale come punto di riferimento in questo settore.

Ciascun Centro svolge infatti sia attività clinica, proponendo al paziente servizi sanitari di alta qualità e specializzazione, sia attività scientifica contribuendo al lavoro della comunità internazionale con un costante lavoro di aggiornamento e ricerca.


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