Varicocele: come riconoscerlo e quando operare
Pubblicato il 20/12/2024 - Aggiornato il 27/12/2024
Prima dell’operazione conoscevo la figura dell’andrologo ma non mi era molto chiara la differenza con l’urologo. Inoltre non ci ero mai stato per una visita e non conoscevo nessuno che ci fosse stato. Ancora oggi sono l’unica persona tra i miei conoscenti che lo frequenta per la propria salute.
Il percorso di Federico inizia nel 2020 quando a 19 anni percepisce un fastidio a livello testicolare. All’inizio pensa sia dovuto ai pantaloni stretti che ha l’abitudine di indossare ma, quando il dolore si presenta anche con diversi indumenti e con una frequenza differente, chiede consiglio ai genitori per indagare l’origine del malessere. Le visite in Auxologico con il Prof. Marco Bonomi, Responsabile del Centro di Endocrinologia Ginecologica e Andrologica, portano alla diagnosi di varicocele al testicolo sinistro.
Il varicocele consiste in una dilatazione anomala delle vene contenute nella sacca scrotale e che drenano il sangue dai testicoli verso il circolo venoso centrale. Può insorgere a qualsiasi età, ma perlopiù si manifesta durante l’adolescenza o la giovinezza.
Nella maggior parte dei casi il varicocele è idiopatico, cioè insorge per cause sconosciute. È stato ipotizzato che all’origine del disturbo vi sia una debolezza congenita delle pareti delle vene con conseguente incontinenza delle valvole antireflusso, che sono poste lungo le pareti dei vasi venosi e che normalmente permettono il ritorno del sangue dal testicolo verso il circolo venoso centrale e da lì al cuore.
Questo malfunzionamento può favorire il ristagno di sangue e la dilatazione dei vasi venosi che a sua volta comporta, tra gli altri, un aumento della temperatura a livello scrotale. In pratica, i vasi venosi dilatati e con ristagno di sangue fungono come una sorta di “termosifone” a lato del testicolo e ne aumentano la temperatura. Questo fattore, nel tempo, risulta dannoso per la salute testicolare e in particolare per la corretta spermatogenesi, cioè generazione e maturazione degli spermatozoi.
In casi più rari il varicocele è secondario, cioè causato da un tumore pelvico o addominale che blocca il ritorno venoso dal testicolo verso il centro.
I controlli ecografici e i parametri seminali portano Federico a un trattamento di scleroembolizzazione.
La scleroembolizzazione è una tecnica radiologica interventistica miniinvasiva che permette la obliterazione dei vasi venosi dilatati in modo da ridurre il ristagno venoso e riportare la temperatura scrotale entro limiti di normalità. Tale tecnica è del tutto non dolorosa, eseguita in giornata, senza necessità di ricovero, e in anestesia locale.
Oggi gli esami di controllo gli stanno restituendo un quadro positivo. I parametri seminali sono migliorati e se in futuro Federico deciderà di costruire una famiglia ci sono le condizioni per immaginare una fecondazione naturale. All’inizio però, per precauzione, a soli vent’anni, Federico ha dovuto scegliere se sottoscrivere un abbonamento per la crioconservazione. Quanto è stato complicato proiettarsi così presto nel proprio futuro adulto?
Non sentivo l’urgenza di decidere se avere figli o meno ma non mi sembrava il caso di precludermi la possibilità solo perché non volevo prendermi cura del tema sul momento. L’ho visto come un investimento a lungo termine
Federico aggiunge che anche l’esperienza del disturbo andrologico del varicocele, argomento solitamente tabù tra gli uomini, non l’ha impressionato in modo particolare.
Sono circondato da persone con cui mi fa piacere parlare, che ritengo mature, e mi sarebbe pesato di più non condividere con loro quello che stavo attraversando. Nel periodo dell’operazione mi suonava strano dire che dovevano operarmi ai testicoli ed era diventato oggetto di battute per sdrammatizzare l’intervento, ma niente di cattivo. Alla fine è un’operazione come le altre.
Il metodo di Federico è stato quello di dare risposte precise, senza divagare o mascherare il varicocele come problema andrologico e quello che comportava. Gli abbiamo chiesto perché, secondo lui, così tanti uomini fanno fatica a parlare della propria salute andrologica:
Anche io ho provato una forma di imbarazzo ma penso che la difficoltà appartenga agli uomini più grandi, della generazione dei miei genitori più o meno. Lo vedono come un attacco alla loro virilità, si sentono meno “maschi”, ma non c’è niente di cui vergognarsi. Alle prime visite i medici mi hanno spiegato che il varicocele non è una malattia rara, con percentuali non basse. Non è raro avere problemi a livello testicolare e per questo non vedo il motivo per cui non dovremmo parlarne.
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