Covid: precauzioni per pazienti con Sindrome del QT Lungo
Pubblicato il 15/12/2021 - Aggiornato il 18/11/2022
Queste informazioni non sostituiscono in alcun modo il colloquio con il tuo medico di fiducia.
I pazienti affetti da QT lungo sono più a rischio di contrarre il Covid? Ci sono dei farmaci impiegati per la cura del virus che non sono indicati per pazienti con il QT lungo?
Covid e sindrome del QT lungo
In relazione al rischio contagio da Covid-19, i pazienti affetti da Sindrome del QT lungo non sono da considerarsi, di per sé, a rischio aggiuntivo e non vi sono quindi precauzioni diverse da assumere rispetto a quanto già indicato a livello Nazionale alla popolazione generale.
Farmaci
I farmaci da evitare sono, come sempre, quelli elencati nella lista disponibile sull’app CredibilMeds® e sul sito www.azcert.org.
Tuttavia, un'attenzione ancora maggiore a evitare il contagio è richiesta dal fatto che molte delle terapie che vengono ora impiegate per la cura dell'infezione da Covid possono allungare, anche significativamente, l’intervallo QT.
Questo è particolarmente vero per l’associazione che in questi giorni viene usata più frequentemente, costituita da idrossiclorochina con azitromicina e lopinavir/ritonavir.
Si tratta di farmaci che bloccano la corrente IKr e allungano l’intervallo QT. Inoltre, gli antivirali utilizzati possono causare diarrea, altra condizione potenzialmente pericolosa per via della ipopotassiemia che potenzia l’effetto negativo sull’intervallo QT e favorisce tachiaritmie ventricolari.
Questo impone di monitorare e correggere, se necessario, la potassiemia. Nei pazienti con sindrome del QT lungo dovrebbe essere valutata attentamente la terapia da utilizzare, e quando è necessario fare associazioni di farmaci che allungano il QT monitorare attentamente i valori e bilanciare bene i rischi e benefici di tale terapia.
Il Nadololo e la Mexiletina
Il nadololo e la mexiletina sono farmaci che non hanno alcuna influenza su un eventuale contagio e la loro disponibilità non dovrebbe venire meno per via della situazione in corso. Si raccomanda pertanto di attenersi alle normali misure e raccomandazioni già note per i pazienti affetti da Sindrome del QT Lungo e a quelle nazionali per la popolazione generale.
Il Centro Aritmie Genetiche di Auxologico
Il Centro Aritmie Genetiche si rivolge ai pazienti affetti da Sindrome del QT lungo, Sindrome di Brugada, Tachicardia ventricolare polimorfa catecolaminergica, Cardiomiopatia dilatativa, Cardiomiopatia ipertrofica, Displasia aritmogena del ventricolo destro, Fibrillazione ventricolare idiopatica e Sindrome del QT Corto.
Il Centro è diretto dal Prof. Schwartz, leader mondiale nel settore delle aritmie di origine genetica, e si avvale della collaborazione di tre cardiologi, un’infermiera dedicata, un’addetta alla segreteria, oltre a quattro biologi molecolari, due psicologhe e ad un’esperta in statistica. Composto da quattro ambulatori, un’ampia sala d’attesa e lavorando in stretta sinergia con il Laboratorio di Cardiologia Molecolare e con il Servizio di Elettrofisiologia di Auxologico San Luca, il Centro fornisce ai pazienti assistenza cardiologica specifica, analisi strumentali e genetiche e consulenza psicologica.
In particolare, il Centro è un punto di riferimento per i pazienti affetti da Sindrome del QT lungo, di cui il Prof. Schwartz è internazionalmente riconosciuto quale uno dei maggiori esperti al mondo. Egli si occupa infatti di questa malattia dal 1971 e ha dato contributi fondamentali alle conoscenze riguardanti sia il management clinico sia i meccanismi genetici che ne sono la causa.