Coronavirus: adolescenti e benessere psicologico
Pubblicato il 08/04/2020 - Aggiornato il 08/10/2024
La salute psicologica costituisce parte integrante del benessere generale. Con la chiusura delle scuole, delle discoteche e dei centri di aggregazione, le limitazioni alla mobilità e agli scambi interpersonali, da qualche tempo la routine di molti adolescenti (e non) ha subito cambiamenti considerevoli e potenzialmente destabilizzanti che possono generare sentimenti altamente contrastanti, i quali vanno dalla paura alla pseudo-indifferenza, dalla tristezza alla rabbia. Nulla di strano, l’infezione da Coronavirus è un contagio anche emotivo.
LE EMOZIONI COME RISORSA
Emozioni quali paura, tristezza e rabbia - seppur assumano spesso un’accezione negativa - rappresentano, infatti, una risorsa preziosa per permettere di comunicare a noi stessi e agli altri, come ci sentiamo e di cosa abbiamo bisogno; ci segnalano se siamo in presenza di un’opportunità di crescita, oppure di un pericolo per la nostra sopravvivenza e il nostro benessere psicologico - altro che sintomo di un problema!
Non è forse lecito provare paura - o meglio angoscia - nei confronti di una minaccia più grande di noi e difficilmente controllabile, che sta causando migliaia di vittime in ogni luogo del mondo costringendoci a una condizione di isolamento e lontananza forzata; o delle conseguenze che questa avrà su molti aspetti della nostra vita?
E ancora, non è forse lecito provare tristezza o rabbia per l’esperienza della perdita (del controllo nella lotta contro un nemico invisibile e subdolo, della propria libertà, delle vecchie e rassicuranti abitudini, del piacere del contatto fisico, dei propri cari deceduti senza possibilità di poter dire loro addio, etc.) che caratterizza questo particolare momento storico.
A nulla servirà cercare di reprimere, controllare o razionalizzare queste emozioni, così come lasciare che si esprimano liberamente. Dobbiamo, altresì, imparare a riconoscerle e accettarle, gestirle e orientarle strategicamente, trasformandole da presunti limiti a risorse. Con le emozioni non si lotta, ma si danza!
Bene! Ma come si passa dalla teoria alla pratica?
1. LIMITA IL FLUSSO DI INFORMAZIONI ED EVITA LE “FAKE NEWS”
I media, bombardandoci di notizie allarmanti, amplificano i nostri stati di paura e angoscia anziché placarli: l’aumento del numero delle vittime, i supermercati presi d’assalto, le costanti raccomandazioni a comportarsi in maniera “socialmente responsabile”.
Tutte informazioni che, diciamocelo, mettono ansia, e che con le migliori intenzioni rischiano di produrre gli effetti peggiori (ad esempio, la “pseudo-indifferenza” nei confronti di un pericolo reale). Spesso, inoltre, non siamo in grado di discernere tra le notizie attendibile e quelle fuorvianti.
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Ritagliati, quindi, un momento preciso della giornata per controllare cosa è successo nel mondo, in cui concederti la tua “dose di informazioni quotidiana sull’epidemia” (questo è importante!), prediligendo canali di informazione ufficiali e affidabili, come i siti del Ministero della salute, dell’Istituto Superiore di Sanità o dell’Organizzazione mondiale della Sanità.
Non preoccuparti di dover "ammazzare il tempo", questo, di per sé, può aumentare la sensazione di ansia.
2. MANTIENI UNA ROUTINE QUOTIDIANA… È RASSICURANTE!
La scuola/attività lavorativa si è interrotta senza preavviso, determinando la rottura di molti equilibri personali e familiari. Il tempo sembra dilatarsi in queste giornate che mancano di “appuntamenti fissi”, e ciò porta inevitabilmente a rimandare.
Il procrastinare interferisce con la produttività personale e il raggiungimento dei propri obiettivi, e - se dura nel tempo - può far insorgere problemi al lavoro e/o nella vita sociale, nonché influenzare la fiducia che nutriamo nei confronti delle nostre stesse capacità (ovvero l’autostima, la risorsa più grande su cui possiamo contare - coltivala!).
Dopo esserti alzato, lavato e vestito, scegli un ambiente per lo studio/videolezioni/smart-working e comportati “come se” fosse un’altra delle tue rassicuranti giornate-tipo. Come tale, non deve mancare lo spazio per gli "incontri" digitali, per la cura di sé e della casa.
3. PRENDITI CURA DI TE!
Non è un esercizio di vanità ma la realizzazione di uno dei nostri bisogni primari.
“Si può stare da soli solo a patto di piacere agli altri” asserisce Cesare Pavese.
Il “piacere di piacere”, però, non può essere preteso, ma va meritato. Gli applausi, come si dice in teatro, non si prendono, si ottengono. E ciò riconduce allo sforzo costante di migliorarsi a tutti i livelli.
Tra tutte le attività che puoi attuare a tal fine, non dimenticare l’esercizio fisico: se non fai parte di un gruppo sportivo, e qualcuno non predispone per te allenamenti quotidiani da seguire sui social network, guarda cosa puoi trovare online (corsi di yoga, pilates, zumba, rilassamento muscolare) - vale tutto!
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4. DIVERTIMENTO E CREATIVITÀ
Continua a fare le cose che ti piace fare, o comincia a fare cose che hai sempre voluto ma non hai mai avuto tempo di fare (quale migliore occasione!). Se non ti viene in mente niente, prova tutte le mattine a pensare a un’attività piacevole che puoi intraprendere durante la giornata e mettila in atto.
Ne sono un esempio, guardare la nuova serie del tuo telefilm preferito, ascoltare musica, leggere un buon libro, iscriversi a corsi online, dedicarsi ai piccoli lavori di “fai da te”.
Leggere è particolarmente importante, attraverso le storie narrate ci immergiamo realtà alternative che ci aiutano a evadere - seppur temporaneamente - dai problemi del presente. Con la mentre puoi raggiungere i posti che preferisci in compagnia delle tue persone preferite.
5. RESTA “SOCIAL” CON GLI AMICI E LA FAMIGLIA
Il benessere psicologico passa anche e soprattutto dalle relazioni: stare insieme, confrontarsi, scherzare, ridere, confidarsi, giocare, leggere, guardate un film insieme, bere un bicchiere di vino (per coloro che sono vecchi abbastanza!) - esistono diverse applicazioni online per rimanere in contatto con gli altri, come Hangouts, Netflixparty, Zoom, Houseparty, etc.
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6. SII GENTILE CON TE STESSO E CON GLI ALTRI
Questi sono tempi anomali: concediti una pausa se non sei motivato come al solito, o un premio/gratificazione se senti di aver fatto “il tuo dovere” durante la giornata.
Se qualcuno sente il bisogno di auto-isolarsi, concediamoglielo senza pretendere spiegazioni (magari assicurati dopo un po' di sapere come sta); non prenderla sul personale se una persona ti sembra particolarmente scontrosa senza apparente motivo, ma cerca di strapparle un sorriso o aiutalo a distrarsi.
Non minimizzare i sentimenti di preoccupazione, paura, o angoscia che l’altro ti comunica, ma legittimali e chiedi come puoi aiutarlo (la prossima volta toccherà a te!).
Ricorda che “siamo tutti sulla stessa barca” e che l’arma della gentilezza non delude mai.
7. EVITA L’ECCESSIVA SOCIALIZZAZIONE DELLE EMOZIONI
Parlare dei propri sentimenti e stati d’animo è importante per riconoscerli e farli conoscere, ma se diventa abitudine reiterata, rischia di peggiorare - anziché migliorare - la situazione.
Pensa a sfogarti con una persona disposta ad ascoltare la tua rabbia: non solo questa non si ridurrà, ma aumenterà in virtù del fatto che chi ti ascoltata la legittima. Oppure le tue ansie e paure: il tuo interlocutore cercherà di sostenerti e rassicurarti, confermando però così la tua incapacità a gestire la difficoltà (ancora una volta a rimetterci sarà la nostra povera autostima).
Inoltre, ancora più deleterio è scaricare l’emozione che ci tormenta assecondandola liberamente. Se proprio non riesci a farne a meno, individua un momento della giornata - adeguatamente circoscritto nel tempo - e una persona elettiva coi cui concederti lo sfogo. Al di fuori di questo momento, ogniqualvolta sentirai il bisogno di lamentarti o sfogarti, mettiti in “stand by” e aspetta che scatti l’ora x. Chiaramente, se lo stesso bisogno di condivisione delle emozioni riguarda anche l’altro, invertite i ruoli. Non sovrapponetevi, ma ascoltatevi l’un l’altro/a in religioso silenzio.
8. ASSUMERSI LA RESPONSABILITÀ
In conclusione, il “trucco” è assumersi la responsabilità di rendere migliore ogni istante della nostra vita e di quella delle persone intorno a noi - senza delegare questa incombenza agli altri o alla sorte. Vedrai che la tua autostima e autoefficacia, nonché il tuo umore ne gioveranno.
Se contribuisco al benessere di chi mi è vicino, oltre a gratificarmi, riceverò lo stesso trattamento. Inoltre, distribuire il bene a più persone produce un effetto retroattivo per cui si riceve più di quanto sia ha dato.
E se anche il tentativo di migliorarci quotidianamente non dovesse funzionare?
Prova allora a pensare a come potresti rovinare volontariamente e deliberatamente la tua giornata, anziché migliorarla. Naturalmente devi solo pensarlo, non farlo. Questa strategia paradossale ti aiuterà a scoprire le strategie inefficaci usate da te o dalle persone intorno a te, e a individuare le cose da NON fare durante la tua giornata, per renderla migliore.
UNA GUIDA, NON UNA SOLUZIONE
Questi consigli non hanno pretesa di essere una soluzione tout court ai problemi della vita, ma sono semplici suggerimenti su come farsi amiche le nostre emozioni e imparare a gestirle trasformandole in un punto di forza, nel rispetto del ruolo e delle funzioni che esse svolgono naturalmente.
Come scrive Thomas Stearns Eliot - Nobel per la letteratura - “giunti alla fine di un viaggio ci ritroviamo al punto di partenza”: ogni momento di crisi, implica la necessità di un cambiamento e la disponibilità individuale a mettere in discussione le vecchie strategie di gestione della difficoltà, con azioni maggiormente appropriate al caso.
Questo vale oggi, così come domani, quando saremo liberi di riprendere regolarmente le nostre attività e dovremo adattarci a una realtà differente da quella che ci ricordavamo.
QUANDO CERCARE UN AIUTO ESPERTO
Diverso è certamente il caso in cui paura, rabbia, e tristezza superano a una certa soglia, mandando l’organismo in tilt e provocando paralisi e sofferenza, indebolendo il nostro sistema immunitario ed esponendoci al rischio di malattia. In tal caso, il suggerimento è quello di rivolgersi a un professionista della salute mentale, in quando il sostegno psicologico, in un momento così tanto delicato e critico è più che mai indispensabile!
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Articolo del 08/04/2020, revisionato il 14/04/2020.