Comorbidità: categoria prioritaria per i vaccini Covid
Pubblicato il 20/05/2021 - Aggiornato il 10/01/2024
COMORBIDITÀ: COSA SIGNIFICA E PERCHÉ È TRA LE CATEGORIE PRIORITARIE PER I VACCINI
L’espressione “comorbidità” è diventata di uso comune con i primi studi sulle persone che, a causa del Covid-19, si sono rivelate esser più esposte al rischio di sviluppare sintomatologie avverse e anche perchè sono tra le categorie di persone da vaccinare con priorità.
In base alle raccomandazioni sui gruppi/target di vaccinazione emanate l'11 marzo 2020 sono stati individuati cinque gruppi di priorità a seconda delle età e delle condizioni patologiche:
- categoria 1: persone ad elevata fragilità;
- categoria 2: persone di età compresa tra 70 e 79 anni;
- categoria 3: persone di età compresa tra i 60 e i 69 anni;
- categoria 4: persone con comorbidità di età <60 anni, senza quella connotazione di gravità riportata per le persone estremamente vulnerabili;
- categoria 5: resto della popolazione di età <60 anni.
Per approfondire l'argomento abbiamo intervistato la Dott.ssa Cecilia Invitti, Direttore Laboratorio di Ricerca di Medicina Preventiva.
CHE COS'È LA COMORBIDITÀ?
In ambito sanitario con il termine comorbilità (derivante dall’inglese comorbidity, ndr), o comorbidità, si fa riferimento alla coesistenza di più patologie diverse in uno stesso individuo. Tra gli esempi più frequenti di malattie compresenti in una persona possiamo ricordare il diabete coesistente con ipertensione e malattie cardiovascolari.
Nell’accezione utilizzata per individuare le categorie che hanno diritto al vaccino in via prioritaria, le persone per cui è riscontrata una comorbidità e sono in cura per una patologia cronica (avendo un esenzione identificata dal Sistema Sanitari Nazionale con un codice di riferimento) che può condizionare altre malattie oppure sono persone che hanno più patologie concomitanti.
Attraverso il codice di esenzione, in alcune regioni, si stanno individuando le persone da vaccinare con priorità rispetto alla fascia d’età di appartenenza.
QUALI TIPOLOGIE DI COMORBIDITÀ RIENTRANO NELLA CATEGORIA 4?
Bisogna distinguere tra la definizione del termine e l’accezione di uso comune legata ai piani vaccinali.
La comorbidità, come abbiamo anticipato rimanendo all’interno della definizione, individua la coesistenza di una o più patologie nel medesimo paziente.
In base alla categoria 4 del piano vaccinale si individuano persone:
- di età 16-59 anni;
- con un’esenzione per la presenza di una malattia cronica;
- non necessariamente aventi uno stato di fragilità.
La quarta categoria include, quindi, le persone il cui rischio di subire gravi ripercussioni se infettate da Sars-Cov-2 aumenta a causa della comorbidità.
Infatti, come si legge nel documento, per essi si tiene “conto dell’aumentato rischio clinico di persone affette da patologie o situazioni di compromissione immunologica che possono aumentare il rischio di sviluppare forme severe di COVID-19 seppur senza quella connotazione di gravità riportata per le persone fragili (estremamente vulnerabili) della categoria 1.
I soggetti con un’esenzione possono avere malattie:
- respiratorie;
- cardiocircolatorie;
- neurologiche;
- epatiche;
- cerebrovascolari;
- diabete e altre endocrinopatie;
- HIV;
- insufficienza o patologia renale;
- ipertensione arteriosa;
- malattie autoimmuni;
- immunodeficienze primitive;
- patologie oncologiche.
Qualora sussistesse uno stato di comorbidità più grave si rientrerebbe già nelle priorità della categoria 1. Se, invece, esistesse una comorbidità rientrante in categoria 4 ma l’individuo ha più di 60 anni, ai fini del vaccino, si rientrerebbe nelle categorie 2 e 3.
PERCHÉ È IMPORTANTE PER QUESTE PERSONE VACCINARSI?
I dati confermano che gli individui affetti da malattie croniche, qualora contraggano il virus, hanno un rischio maggiore di manifestare forme più gravi di Coronavirus proprio a causa della malattia per la quale è stata loro riconosciuta l’esenzione.
Sono persone che vanno quindi protette ed è fondamentale, per la salvaguardia della loro salute e per il Sistema Sanitario, che siano quanto prima vaccinate.
Sebbene il Covid-19 possa rilevarsi fatale anche in assenza di patologie concomitanti, in base allo studio Istat 2020, la maggioranza (71,8%) delle persone decedute e positive al test SARS-CoV-2, aveva una o più patologie croniche (comorbidità) che hanno avuto un ruolo determinante nel peggiorare la prognosi).(https://www.istat.it/it/files/2020/07/Report_ISS_Istat_Cau0se-di-morte-Covid.pdf -- il link non funziona!)
Sono quindi evidenti le ragioni che giustificano una rapida vaccinazione di tali categorie.
QUALI SONO LE CONCAUSE DI MORTE, OVVERO LE MALATTIE O LE CONDIZIONI PIÙ RICORRENTI CON IL COVID?
Tra di esse riscontriamo in ordine di frequenza:
- l’ipertensione arteriosa;
- il diabete mellito;
- le cardiopatie ischemiche;
- la fibrillazione atriale;
- le demenze;
- l’insufficienza renale cronica;
- le broncopatia cronica ostruttiva;
- tumori.
Si è anche osservato che una discreta percentuale di soggetti ricoverati in terapia intensiva per Covid-19 erano affetti da obesità in quanto questa condizione si associa a diverse comorbidità che facilitano l’insorgenza di complicanze anche se attualmente non prevede un’esenzione per malattia.
COSA C’ENTRANO LE SITUAZIONI DI COMORBIDITÀ CON LE FASCE D’ETÀ NELLE VACCINAZIONI?
Le patologie e le comorbidità aumentano con l’avanzare dell’età. Infatti l’anzianità rende le persone più fragili, incidendo negativamente sullo stato di salute.
L’aumentato tasso di mortalità per Covid-19 con l’avanzare dell’età ha spinto il Sistema Sanitario Nazionale ad assegnare la priorità sulla base dell’anno di nascita.
Secondo i dati dell’ISS, su una popolazione di quasi 51 milioni di persone con più di 18 anni di età, si può stimare che oltre 14 milioni di italiani convivano con una patologia cronica e, fra questi, 8,4 milioni siano ultra 65enni (https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-flussi-dati-confronto-passi-pda-cronicita ).
In media un sessantacinquenne italiano ha un’aspettativa di vita più lunga di un anno rispetto ad un coetaneo di un altro Paese europeo ma spesso, superati i 75 anni, le sue condizioni di salute sono peggiori (https://www.infodata.ilsole24ore.com/2017/10/03/italia-gli-anziani-piu-longevi-deuropa-condizioni-salute-peggiori/ ). Si vive più a lungo ma con una serie di patologie che incidono negativamente sulla qualità della vita e con un rischio maggiore di decesso nel caso in cui si contragga il Covid-19.