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Ipotiroidismo

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A cura di

Prof. Luca Persani

Direttore U.O. Endocrinologia e Malattie del Metabolismo - Auxologico San Luca

Direttore del Dipartimento di Endocrinologia e Malattie Metaboliche

Direttore del Laboratorio di Ricerche Endocrino-Metaboliche

CHE COS’È L'IPOTIROIDISMO?

L’ipotiroidismo è la condizione clinica in cui la tiroide non produce un quantitativo di ormoni (triiodotironina o T3 e tiroxina o T4) sufficiente. Gli ormoni tiroidei, di norma, hanno il compito di regolare i processi metabolici del nostro organismo; se non vengono prodotti nelle giuste quantità, i processi metabolici risultano rallentati.

L’ipotiroidismo insorge prevalentemente nelle donne che hanno superato i 50 anni di età.


QUALI SONO LE CAUSE?

L’ipotiroidismo può essere di tipo primario, se insorge a causa di una patologia che nasce direttamente nella tiroide, o secondario, se consegue a un deficit dell’ipofisi: questa ghiandola normalmente produce TSH, che è un ormone che stimola la tiroide a produrre la T3 e la T4. In caso di patologia dell’ipofisi, viene prodotto meno TSH e, di conseguenza, vengono secreti meno ormoni tiroidei.

Le cause di ipotiroidismo primario possono essere:

  • patologie autoimmuni: sono patologie in cui sono presenti degli anticorpi che agiscono distruggendo le cellule dell’organismo stesso, in questo caso quelle tiroidee (classico esempio è la tiroidite di Hashimoto);
  • rimozione chirurgica della tiroide;
  • terapia con iodio radioattivo: in alcuni casi di ipotiroidismo si utilizza questo tipo di terapia radiometabolica e lo iodio radioattivo distrugge le cellule tiroidee;
  • alcuni farmaci.

Altre cause possono consistere in difetti congeniti (ovvero presenti già dalla nascita) sia di struttura sia di funzionalità della ghiandola; si può manifestare ipotiroidismo anche in gravidanza, perché aumenta il fabbisogno di ormoni tiroidei e la ghiandola potrebbe non essere in grado di far fronte a queste aumentate richieste; può influire anche la carenza di iodio, che è un elemento fondamentale per la produzione di ormoni tiroidei.

Disfunzioni tiroidee


SINTOMI DELL'IPOTIROIDISMO

Nelle fasi iniziali di ipotiroidismo potrebbero non manifestarsi sintomi.

Successivamente possono insorgere:

  • stanchezza;
  • aumentata sensibilità al freddo;
  • costipazione;
  • secchezza cutanea;
  • aumento del peso corporeo;
  • gonfiore del volto;
  • raucedine;
  • debolezza muscolare, crampi e stiramenti;
  • aumento del colesterolo in circolo;
  • assottigliamento dei capelli;
  • bradicardia (battito cardiaco rallentato);
  • depressione;
  • disturbi della memoria;
  • accumulo di liquidi nel sottocutaneo (mixedema).

Tutti questi sintomi sono dovuti al rallentamento del metabolismo basale dell’organismo.


IPOTIROIDISMO INFANTILE

L’ipotiroidismo può essere congenito, cioè generato da malformazioni anatomiche e funzionali della tiroide presenti già alla nascita. Gli ormoni tiroidei intervengono anche nello sviluppo del sistema nervoso centrale del feto e del neonato ed è quindi di fondamentale importanza diagnosticare un eventuale ipotiroidismo. In epoca neonatale però è estremamente difficile effettuare una diagnosi clinica in quanto la sintomatologia può essere aspecifica, sfumata o spesso completamente assente. Per questo motivo dal 1997 è stato introdotto in Italia lo screening neonatale dell'ipotiroidismo congenito che viene effettuato mediante la misurazione dell'ormone ipofisario tireostimolante TSH su tutti i neonati nella prima settimana di vita.


COME SI DIAGNOSTICA L'IPOTIROIDISMO?

Il primo passo nella diagnosi è il dosaggio del TSH eventualmente accompagnato dal dosaggio degli ormoni tiroidei T3 e T4 in circolo.

Successivamente, se il TSH è alterato, si procede generalmente con una conferma di questo dato e la ricerca di anticorpi diretti contro componenti delle cellule tiroidee (per verificare se si tratta di una patologia autoimmune) e completare l’iter diagnostico con un’ecografia della tiroide.


COME SI CURA?

Il trattamento specifico dell’ipotiroidismo consiste nella somministrazione dell'ormone tiroideo tiroxina per via orale in modo da sopperire alla sua mancanza. In genere si procede con dosi progressivamente crescenti. Nella gran parte dei casi questa terapia deve essere seguita per tutta la vita, quindi è bene sottoporsi a controlli periodici per valutarne l’effettiva efficacia.

È bene ricordare che alcuni alimenti (ad esempio la soia) e alcuni integratori alimentari (ferro, calcio) o farmaci (ad es. quelli che riducono l’acidità gastrica, idrossido di alluminio) possono interferire con l’assorbimento dell’ormone assunto con la terapia. È bene, dunque, consultare il medico se si assumono costantemente questi elementi.

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CENTRO TIROIDE DI AUXOLOGICO

Il Centro Tiroide di Auxologico si avvale di un’équipe altamente specializzata che è in grado di accogliere e soddisfare tutte le richieste diagnostiche e terapeutiche relative alle malattie benigne e maligne della tiroide di pazienti da 1 anno di età fino all’età anziana. Gli specialisti del Centro Tiroide utilizzano strumenti e tecnologie d’avanguardia come le nuove terapie mediche antineoplastiche e le tecniche interventistiche mini-invasive (ablazione e alcolizzazione dei noduli tiroidei), e test molecolari e genetici in grado di predire la prognosi di determinate malattie o individualizzare le terapie, in modo da renderle più efficaci. 

La diagnosi e la somministrazione delle terapie può avvenire in ambito ambulatoriale, con la possibilità di effettuare più prestazioni nell’arco della stessa mattinata (Day Service Tiroide), o di seguire un percorso di cura determinato dal medico durante la prima visita endocrinologica in regime di MAC (Macroattività Ambulatoriale Complessa).

Il percorso di cura può prevedere anche l'eventuale intervento chirurgico presso il Centro Chirurgia Endocrina dell'Ospedale Capitanio.

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