
Malattie della Tiroide: l'Importanza di un Approccio Multidisciplinare
Pubblicato il 03/04/2025
Le malattie della tiroide, incluso il carcinoma tiroideo, richiedono una presa in carico integrata, che coinvolga più specialisti. L'elevata complessità diagnostica e terapeutica di queste condizioni rende infatti essenziale un approccio multidisciplinare per garantire il miglior percorso clinico, dalla diagnosi alla terapia, fino al follow-up a lungo termine. In questo contesto, la collaborazione tra endocrinologo e chirurgo tiroideo è il pilastro fondamentale di una cura efficace.
Malattie della Tiroide: il ruolo dell'endocrinologo
L' endocrinologo rappresenta spesso il primo specialista coinvolto nella valutazione dei disturbi tiroidei. È responsabile della diagnosi delle disfunzioni ormonali, della valutazione ecografica e clinica dei noduli tiroidei e della stratificazione del rischio di malignità. Strumenti fondamentali a sua disposizione includono:
- analisi biochimiche specifiche;
- imaging tiroideo, soprattutto ecografia ad alta risoluzione;
- agoaspirato ecoguidato (FNA), per l’analisi citologica dei noduli sospetti.
In caso di diagnosi di tumore della tiroide, l'endocrinologo valuta l'aggressività della neoplasia e propone l'iter più indicato: dalla sorveglianza attiva nei casi a basso rischio fino alla chirurgia nei casi più complessi. Inoltre, si occupa della preparazione preoperatoria e della gestione postoperatoria, che comprende:
- terapia ormonale sostitutiva con levotiroxina;
- monitoraggio della tireoglobulina e degli altri marcatori tumorali;
- controllo del metabolismo del calcio e della funzionalità paratiroidea.
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Malattie della Tiroide: il ruolo del chirurgo tiroideo
La chirurgia della tiroide rappresenta un momento cruciale nel trattamento del carcinoma tiroideo, soprattutto nei casi in cui è stata confermata la malignità o il sospetto è elevato. La scelta dell'intervento – lobectomia o tiroidectomia totale – dipende da:
- dimensione e sede del tumore;
- fattori di rischio clinici e istologici;
- stato generale del paziente.
Un chirurgo tiroideo esperto è fondamentale per ridurre i rischi di complicanze, tra cui:
- lesione del nervo laringeo ricorrente;
- ipoparatiroidismo transitorio o permanente.
La stretta sinergia con l'endocrinologo consente una pianificazione ottimale dell'intervento e una corretta gestione del postoperatorio. I referti istologici post-chirurgici sono determinanti per l’eventuale indicazione alla terapia radiometabolica (iodio 131).
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Il valore aggiunto di un approccio multidisciplinare
Un team dedicato alla patologia tiroidea può includere, oltre a endocrinologi e chirurghi, anche:
- radiologi esperti in ecografia tiroidea;
- medici nucleari;
- oncologi;
- anatomopatologi.
L'integrazione tra questi specialisti consente:
- Diagnosi più precise e puntuali: la valutazione congiunta dei dati clinici, strumentali e citologici permette di evitare ritardi o trattamenti non necessari;
- Piani terapeutici personalizzati: ogni paziente riceve un protocollo su misura, calibrato sulle caratteristiche biologiche del tumore e sulle esigenze cliniche;
- Migliori risultati chirurgici: una preparazione endocrina adeguata e la pianificazione multidisciplinare dell'intervento riducono i rischi operatori;
- Follow-up a lungo termine coordinato: Il monitoraggio delle recidive, la regolazione della terapia ormonale e l’eventuale re-intervento vengono gestiti con un approccio condiviso.
In sintesi, l'approccio multidisciplinare è la chiave per una cura moderna ed efficace delle malattie e del cancro della tiroide, capace di migliorare non solo gli esiti clinici ma anche la qualità della vita dei pazienti.
Tumore Tiroide: le domande frequenti
Come si scopre un tumore alla tiroide? La diagnosi si basa su esami del sangue (TSH, FT3, FT4), ecografia tiroidea e, se indicato, su agoaspirato con esame citologico.
Quali sono i primi sintomi di un tumore alla tiroide?
- Tumefazione del collo a crescita rapida;
- Raucedine e alterazioni del tono della voce;
- Difficoltà a deglutire;
- Dispnea (difficoltà respiratoria);
- Linfonodi cervicali ingrossati.
Quanto è pericoloso il tumore alla tiroide? Il 90% dei tumori tiroidei è di tipo papillare, a crescita lenta e con ottima prognosi. Il restante 10-15% può avere caratteristiche più aggressive e richiedere trattamenti più intensivi.
Come accorgersi del tumore alla tiroide? Spesso asintomatico nelle fasi iniziali. Un nodulo palpabile nella parte anteriore del collo può essere un segno iniziale.
Come si può escludere un tumore alla tiroide? Tramite agoaspirato tiroideo (FNA), una procedura ambulatoriale e mininvasiva che analizza le cellule del nodulo sospetto.
Quali sono i marcatori tumorali per la tiroide?
- Tireoglobulina (TG): utile per i carcinomi differenziati;
- Calcitonina (CT): marker dei carcinomi midollari (sporadici o familiari).
Qual è l'età più frequente per il tumore alla tiroide? Colpisce più spesso le donne tra i 40 e i 60 anni, rappresentando uno dei tumori più frequenti in questa fascia d'età.
Qual è la percentuale di guarigione per il tumore alla tiroide? La prognosi è eccellente: circa il 90% dei pazienti guarisce. Anche il carcinoma follicolare ha buone percentuali di guarigione, mentre nel carcinoma midollare circa il 70% dei pazienti resta libero da malattia a 10 anni.
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