LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEI PAZIENTI: QUALI SCENARI?
Auxologico San Luca, la sede di Auxologico che da due decenni ha una sezione di ricerca e di terapia dedicate alla Realtà Virtuale, ha ospitato la 25esima edizione del Congresso Internazionale dell’Associazione Internazionale di CyberPsicologia e Cyberterapia (I-Actor), sull’impiego delle nuove tecnologie (realtà virtuale, realtà aumentata, robotica, telemedicina) in ambito terapeutico.
Durante il convegno mondiale, rimandato di un anno a causa della pandemia, oltre 200 ricercatori da 30 paesi hanno parlato di come le nuove tecnologie informatiche possono essere utili per prevenire e curare, in presenza ma anche in remoto, e delle conseguenze psicologiche e sociali, ad esempio, della didattica a distanza (Dad) e dello smart working.
Ad aprire il convegno è stato il prof. Giuseppe Riva, professore ordinario di Psicologia Generale all’Università Cattolica di Milano, presidente dell’associazione di CyberPsicologia e Cyberterapia e direttore presso l’Istituto Auxologico dell’Applied Technology for Neuro-Psychology Lab con la prof. Brenda K. Wiederhold, editor della rivista scientifica “CyberPsychology, Behavior and Social Networking”.
QUALI SONO I VANTAGGI DELLA REALTÀ VIRTUALE IN AMBITO TERAPEUTICO?
«In primo luogo, terapeuta, sia esso psicologo o medico, e paziente interagiscono tra loro», spiega il prof. Giuseppe Riva, «e con i diversi oggetti virtuali come se questi fossero davvero insieme a loro. Ciò consente di imparare attraverso l’esperienza diretta e in tempo reale dai risultati delle proprie azioni. In secondo luogo, è possibile ricreare ambienti complessi e situazioni specifiche. Questo permette non solo di imparare una tecnica ma anche di sperimentare emozioni, come paura e vergogna, e di imparare a controllarle grazie all’aiuto di un clinico».
Grazie al lavoro clinico portato avanti da alcuni Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) – Istituto Auxologico Italiano, Fondazione Santa Lucia, Fondazione Don Gnocchi – e al lavoro di ricerca svolto da alcune università – Università Cattolica, Università di Genova e Università di Padova - l’Italia gioca un ruolo centrale a livello europeo nel settore della cyberterapia.
Gli ambiti applicativi riguardano prevalentemente la psicologia clinica – disturbi d’ansia, dipendenze, obesità e disturbi alimentari – e la riabilitazione, cognitiva e motoria. Durante il convegno saranno presentati gli ultimi trial clinici che mostrano l’efficacia della realtà virtuale come strumento di trattamento clinico.
«Fino ad oggi uno dei principali problemi per la diffusione della cyberterapia erano i costi», precisa il prof. Giuseppe Riva. «Oggi invece, grazie alla diffusione dei caschi di realtà virtuale per videogiochi – come l’Oculus Quest (500 euro, sistema stand-alone) o l’Oculus Rift (600 euro più 2500 per il computer dedicato) – l’acquisto di un sistema di realtà virtuale immersiva è alla portata di tutti. In conclusione, oggi la tecnologia è già parte integrante dell’attività professionale del medico e dello psicologo: la utilizziamo per scrivere, comunicare, memorizzare e valutare. Grazie alla realtà virtuale potrebbe diventare anche lo strumento per offrire una modalità migliore di valutazione e trattamento».
UN "GIARDINO SEGRETO" PER RIDURRE I LIVELLI DI ANSIA E DEPRESSIONE
Il Coronavirus non è solo un'emergenza sanitaria globale ma anche un forte stress psicologico che mette a dura prova la nostra identità e le nostre relazioni.
Tuttavia, la realtà virtuale può darci una mano attraverso COVID Feel Good, un’esperienza virtuale gratuita fruibile sul proprio cellulare, della durata di una settimana, realizzata dai ricercatori dell’Istituto Auxologico italiano in collaborazione con l’Università Cattolica, la società Become-Hub e una serie di università internazionali.
La fruizione di una esperienza virtuale – Il Giardino Segreto, che simula la visita di un giardino Zen di cui l'utente è l'unico visitatore – è associata ad una serie di esercizi che consentono di riflettere sulla propria identità e sulle relazioni interpersonali.
Come dimostrato da un recente studio scientifico, questa esperienza è in grado di ridurre significativamente i livelli di ansia e depressione generati dalla situazione di incertezza generata dalla pandemia.
LA CYBERPSICOLOGIA
La “cyberpsicologia” è un’area emergente delle scienze cognitive che studia l'impatto dell'uso delle tecnologie, in particolare quelle associate all’acquisizione e alla condivisione della conoscenza (psicotecnologie), sulla nostra mente. Parliamo di psicotecnologie per indicare tutte le tecnologie – l’alfabeto e la scrittura, la carta stampata, il telefono, la radio, la televisione, Internet e i social media e così via - che emulano, estendono o amplificano la capacità della nostra mente di acquisire, organizzare e comunicare nuove conoscenze.
In generale, ogni tecnologia quando viene appresa e usata efficacemente, struttura in modo nuovo i nostri processi cognitivi. Tuttavia, le psicotecnologie si differenziano dalle altre tecnologie perché a lungo termine sviluppano un nuovo “stato mentale”, che produce cambiamenti significativi sul modo di pensare e di comunicare delle persone. In altre parole, quando impariamo ad usare le psicotecnologie, e queste diventano parte della nostra esperienza quotidiana, il loro utilizzo ci cambia il modo di pensare, la percezione del mondo, e il modo di agire.
LA CYBERTERAPIA
Con il termine “cyberterapia” (cybertherapy) ci si riferisce alle diverse forme di valutazione clinica e terapia che hanno nell’uso esperienziale dei nuovi media il principale strumento di intervento. La cyberterapia nasce negli Stati Uniti alla fine degli anni ’80 grazie all’interesse e ai finanziamenti del Dipartimento della difesa USA.
Sotto il coordinamento del DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), l'agenzia governativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare, numerosi centri di ricerca hanno iniziato ad utilizzare la tecnologia per far apprendere al medico abilità motorie complesse come quelle richieste dalle operazioni chirurgiche o delle situazioni di emergenza.
Rispetto alla telemedicina, che usa le nuove tecnologie per fornire servizi sanitari a distanza, la cyberterapia impiega la tecnologia – in particolare realtà virtuale e realtà aumentata - per sostituire o aumentare l’esperienza del paziente. E quindi possibile, per esempio, permettere al paziente di vedere, sopra un tavolo reale del cibo virtuale in modo da aiutarlo a gestirne il desiderio (aumentazione dell’esperienza – realtà aumentata) o creare ambienti simulati in cui aiutare il paziente ad affrontare le proprie paure (sostituzione dell’esperienza – realtà virtuale) o stimolare i propri processi motori e cognitivi (riabilitazione).
La maggior parte delle ultime applicazioni della cyberterapia sono basate sulla realtà virtuale (RV), un ambiente tridimensionale generato dal computer in cui il soggetto o i soggetti interagiscono tra loro e con l’ambiente come se fossero realmente al suo interno.
LABORATORIO SPERIMENTALE RICERCHE TECNOLOGICHE APPLICATE ALLA PSICOLOGIA DI AUXOLOGICO
Il Laboratorio si concentra sullo studio delle nuove tecnologie e su come queste possano essere applicate con efficacia per migliorare la qualità della valutazione e della riabilitazione psicologica e neuropsicologica. Il Laboratorio si caratterizza per la sua attività pionieristica nella cyberterapia, una disciplina che integra le innovazioni provenienti dalla ricerca sui dispositivi tecnologici alle ricerche sulla psicologia clinica e sulle neuroscienze.