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Demenze: due incontri a Vienna e Napoli con il Prof. Silani

Pubblicato il 09/04/2025

Due importanti appuntamenti dedicati alle demenze a Vienna e Napoli: il Congresso dell’Ordine di Malta e l’incontro promosso dall’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Napoli e Provincia.

Dal 3 al 6 Aprile si è tenuto a Vienna il XXXI Congresso Internazionale dell'Ordine di Malta con una vasta rappresentanza da ogni continente e sono state affrontate problematiche molto scottanti e relative alla sicurezza del pianeta, con particolare riferimento alle catastrofi naturali ed alle guerre in atto. Analogamente, il problema degli emigranti, dei rifugiati, del traffico ed abuso di esseri umani è stato affrontato e discusso negli aspetti più drammatici. 


Focus sulle demenze al centro del congresso

demenze convegno vienna

Tema introduttivo della riunione è stato la demenza: infatti, dopo l'allocuzione iniziale di Silvia Sommerlath, regina di Svezia impegnata da tempo a favore delle demenze con la Fondazione Silviahemmet e la costituzione di una rete di assistenza che ha varcato i confini della Svezia per diffondersi nel mondo, è stata data parola al professor Vincenzo Silani di Auxologico e Università degli Studi di Milano, chiamato ad illustrare la malattia neurodegenerativa nelle molteplici espressioni cliniche ma soprattutto nel definire l'impatto della patologia nei paesi meno sviluppati.

Dopo la presentazione dei diversi quadri clinici, di cui alcuni meno noti al pubblico, è stata sottolineata l’esigenza di una diagnosi accurata delle diverse forme con il supporto della moderna tecnologia ed, in particolare, dei biomarcatori per individuare il paziente che può meglio giovarsi delle emergenti terapie.


Prevenzione e diagnosi precoce: la chiave della lotta contro le demenze

Il futuro della lotta contro le demenze – ha precisato il professor V. Silani – si gioca sull'anticipo nella diagnosi: le più moderne evidenze indicano che il processo biologico con le alterazioni dei biomarcatori datano anche 20 anni prima dell’esordio clinico di malattia. L'identificazione recente di 14 fattori di rischio per lo sviluppo di demenza ha permesso di disegnare una strategia preventiva volta a correggere variazioni patologiche molto comuni nella popolazione come ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, ipoacusia, diabete, depressione, etc., responsabili del 50% delle demenze stesse”.


Brain Health Service: diagnosi precoce all’Auxologico

“In questa prospettiva – continua il professor Silani – presso l’IRCCS Istituto Auxologico Italiano, come presso altre referenziate Istituzioni nel mondo, è stato creato il Brain Health Service, volto a fornire una diagnosi precocissima al paziente che si rivolge al neurologo per un soggettivo disturbo di memoria o altro disturbo cognitivo”.


L’intervento della Fondazione Silviahemmet

A seguire la presentazione del professor Silani, quella della dottoressa Ursula Sottong, rappresentante ufficiale della Fondazione Silviahemmet svedese, che ha illustrato nel dettaglio l’organizzazione dei centri così come originariamente concepito dalla corona svedese, con la finalità di accudire non solo il Paziente ma tutta la famiglia durante il percorso di malattia.


Demenze nei paesi a basso e medio reddito: un’urgenza crescente

L'emergenza legata al tema demenza – precisa il professor Silani – non può essere sottostimata perché l'incremento di incidenza previsto per le prossime decadi è rilevante nei paesi ad alto reddito ma sarà esponenziale nei paesi a basso e medio reddito. Le cause di questa differente espressione non sono ad ora note ma certamente vanno individuate nelle caratteristiche genetiche, biologiche ed ambientali delle diverse popolazioni che vanno quindi opportunamente studiate e trattate con diversificate modalità per la correzione di fattori di rischio diversi. Un investimento in ricerca è necessario”.


Conclusioni del Congresso di Vienna

Le tre giornate hanno fornito una straordinaria visione delle difficoltà che l’umanità si trova ad affrontare e certamente l’impatto delle problematiche cognitivo/comportamentali si è trovato al centro della discussione, quale filo conduttore con una notevole sensibilità al problema nel pubblico che ha molto apprezzato le informazioni fornite, ma soprattutto ha fatto propria la necessità di varare innovative strategie per una attiva lotta contro le demenze. Le demenze, infatti, segnano l'evoluzione dell'umanità che si va caratterizzando per un felice invecchiamento che deve essere però accompagnato dal mantenimento delle piene facoltà cognitive


A Napoli focus sulla Demenza Frontotemporale

Promossa dalla Presidenza dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Napoli e Provincia, si è tenuta a Napoli, grazie alla Associazione Italiana Malattia Frontotemporale (AIMFT), il 7 Aprile una giornata dedicata alla Demenza Frontotemporale (FTD), con un approfondimento sia delle più recenti scoperte della ricerca, che delle necessità di un appropriato accudimento clinico dei pazienti e dei caregiver.

La Demenza Frontotemporale


L’intervento del Prof. Silani sulla FTD

In questa occasione, il Prof. Vincenzo Silani è stato chiamato ad intervenire sulla complessità neuropatologica e patogenetica della malattia.

“La Demenza Frontotemporale (FTD) – ha spiegato il prof. Silani – è caratterizzata, a differenza della Malattia di Alzheimer, da un esordio clinico segnato da disturbi del comportamento e/o del linguaggio. La diagnosi clinica è supportata dalla accurata valutazione neuropsicologica, dalla neuroradiologia e dalla genetica, perché più del 40% dei pazienti è portatore di una variante genetica. La criticità della malattia sta nel fatto che non esiste un accoppiamento tra mutazione genetica, espressione clinica ed evidenza neuropatologica. Inoltre, l’assenza di biomarcatori indicativi della patologia – continua il prof. Silani – rappresenta un ulteriore limite alla diagnosi e, soprattutto, alla ricerca di una corrispondenza tra clinica e substrato neuropatologico”.


FTD e aggregati proteici: nuove sfide diagnostiche

Una ulteriore complicanza deriva dall’evidenza ormai crescente che il paziente affetto da FTD presenta aggregati proteici patologici di diverse malattie, per cui diventa complesso definire come diverse neuropatologie in espressione contemporanea possano esprimersi con un fenotipo clinico prevalente, che è poi quello per cui il paziente si rivolge al neurologo.


Diagnosi preclinica e biomarcatori: il ruolo dell’Auxologico

“L’IRCCS Istituto Auxologico Italiano – ha concluso il prof. Silani – ha sviluppato il Brain Health Service per giungere alla diagnosi di FTD, come delle altre demenze, non solo nei tempi più rapidi ma anche possibilmente preclinici. La ricerca di biomarcatori diventa esasperata ma certamente fondamentale per trattare in tempi molto precoci i pazienti, mirando alla maggiore efficacia terapeutica”.