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Tampone per il coronavirus: come funziona, quali alternative

Pubblicato il 25/03/2020 - Aggiornato il 09/10/2024

Tampone molecolare, tampone rapido e test sierologico sono i test diagnostici per la conferma dell’infezione da COVID-19. Quali sono le  differenze? 

Dott. Erminio Torresani

Direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio - Auxologico

Direttore del Laboratorio di Analisi Cliniche - Auxologico Milano

Come si diagnostica l’infezione da Coronavirus?

I test diagnostici per la conferma dell’infezione da COVID-19 in Lombardia sono oggi eseguiti in diversi Laboratori, sia pubblici che privati accreditati, comunque autorizzati e coordinati dalla Direzione Welfare regionale.

I test attualmente disponibili per rilevare l’infezione da SARS-CoV-2 sono i seguenti: 

  1. test molecolare (o PCR), che evidenzia la presenza di materiale genetico (RNA) del virus. Viene eseguito su tampone rino-faringeo.
  2. test antigenico (rapido), che evidenzia la presenza di antigeni proteici del virus. Viene eseguito su tampone rino-faringeo.
  3. test sierologico tradizionale o rapido, che evidenzia la presenza di anticorpi contro il virus. I test sierologici vengono eseguiti su prelievo venoso e sangue capillare.

Questi test al momento non sono prenotabili in Auxologico.

Differenze di esecuzione e affidabilità dei test

La circolare del Ministero della Salute del 29/09/2020 effettua la seguente classificazione:

  • Tampone molecolare: è il test attualmente più affidabile per la diagnosi di infezione da coronavirus. Viene eseguito su un campione prelevato con un tampone a livello naso/oro-faringeo, e quindi analizzato attraverso metodi molecolari di real-time RT-PCR (Reverse Transcription-Polymerase Chain Reaction) per l’amplificazione dei geni virali maggiormente espressi durante l’infezione. L’analisi può essere effettuata solo in laboratori altamente specializzati, individuati dalle autorità sanitarie, e richiede in media dalle 2 alle 6 ore dal momento in cui il campione viene avviato alla processazione in laboratorio;
  • Tampone antigenico (rapido): questa tipologia di test è basata sulla ricerca, nei campioni respiratori, di proteine virali (antigeni). Le modalità di raccolta del campione sono del tutto analoghe a quelle dei test molecolari (tampone naso-faringeo), i tempi di risposta sono molto brevi (circa 15 minuti), ma la sensibilità e specificità di questo test sembrano essere inferiori a quelle del test molecolare. Ciò comporta la possibilità di risultati falso-negativi in presenza di bassa carica virale (Ct>35). L'esito positivo del test rapido, a seguito della circolare di Regione Lombardia del 27.12.2021, non richiede (nei soggetti sintomatici) conferma con tampone molecolare e comporta la notifica della malattia agli enti regionali/nazionali e la sospensione della validità dell'eventuale Green Pass.

I tamponi rapidi sono utili?

Pur considerando la possibilità di risultati falso-positivi e di falso-negativi (la sensibilità del test non è certo pari al 100% e, inoltre, bisogna considerare il “periodo finestra” fra il momento dell’esposizione a rischio e la comparsa della positività), grazie all’uso di tali test rapidi è stato intercettato comunque un rilevante numero di contagiati, probabilmente con alte cariche virali, che non sarebbero stati individuati in altro modo.


Ci sono alternative al tampone?

Test salivari molecolari e antigenici

Recentemente sono stati proposti sul mercato test che utilizzano come campione da analizzare la saliva. Il prelievo di saliva è più semplice e meno invasivo rispetto al tampone naso-faringeo.

Sulla matrice salivare ad oggi il Ministero della Salute ha autorizzato solo la ricerca di tipo molecolare, riservandola a particolari categorie di utenti. I test molecolari su campione salivare, almeno in una prima fase di avviamento, potranno essere considerati un'opzione alternativa ai tamponi oro/nasofaringei esclusivamente:

  • in individui (sintomatici o asintomatici) fragili con scarsa capacità di collaborazione (ad esempio anziani in RSA, disabili, persone con disturbi dello spettro autistico), oppure
  • nell’ambito di attività di screening in bambini coinvolti nel Piano di Monitoraggio della circolazione di SARS-CoV-2 in ambito scolastico,
  • per lo screening dei contatti di caso in bambini anche se la scuola non fa parte del Piano di Monitoraggio,
  • in operatori sanitari e socio-sanitari nel contesto degli screening programmati in ambito lavorativo

I test antigenici rapidi su saliva, sulla base delle evidenze disponibili, non sono al momento raccomandati come alternativa ai tamponi oro/nasofaringei, in quanto non raggiungono i livelli minimi accettabili di sensibilità e specificità. Inoltre, i test antigenici su matrice salivare sono al momento esclusi dall’elenco comune europeo dei test antigenici rapidi validi per ottenere la Certificazione verde COVID-19.

Test sierologici

Sono test che evidenziano la presenza di anticorpi contro il virus (test sierologici tradizionali o rapidi). Tali test rilevano l’avvenuta esposizione al virus e, solo in alcuni casi, sono in grado di rilevare la presenza di un’infezione in atto.

I test sierologici, basati sulla ricerca di anticorpi, allo stato attuale dell’evoluzione scientifica non possono sostituire il test molecolare basato sull’identificazione di RNA virale.

I test sierologici sono utili nella valutazione epidemiologica della circolazione virale.

I test effettuati in questo periodo hanno lo scopo di verificare l’avvenuta esposizione al virus e, quindi, si basano prevalentemente sulla ricerca degli anticorpi della classe IgG o Ig Totali.

Tutti i test sierologici vanno utilizzati e interpretati con cautela, tenendo presente che nel caso di negatività della ricerca il soggetto deve essere inquadrato come “recettivo” e comunque oggetto di valutazione clinica al fine di escludere la situazione temporale di infezione contratta recentemente.

Va inoltre sottolineato che i test sierologici rapidi forniscono una risposta in merito alla sola presenza di anticorpi anti-N (presenti a seguito di infezione naturale) che è quindi negativa a seguito di vaccinazione che genera invece la presenza di anticorpi anti-Spike.