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Interazione neuro-immunitaria alla base dell'ipertensione

Pubblicato il 03/05/2019 - Aggiornato il 21/10/2024

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IPERTENSIONE, SISTEMA IMMUNITARIO E CERVELLO: POSSIBILI INTERFERENZE

IPERTENSIONE: FATTORE DI RISCHIO DELLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI

L'ipertensione è un importante fattore di rischio per malattie cardiovascolari, e si associa ad un aumento della mortalità e dell’incidenza di eventi drammatici quali infarto del miocardico, ictus, insufficienza cardiaca e malattia renale cronica.

Inoltre, attraverso le sue conseguenze negative, è una tra le principali cause di disabilità nell’arco della vita.

Nonostante l'importanza clinica ed epidemiologica dell'ipertensione, i processi fisiopatologici che contribuiscono a determinare un aumento dei valori pressori, quasi sempre implicando la complessa interazione di diversi meccanismi, sono ancora poco conosciuti.

Da qui il termine di ipertensione “essenziale”, che sottolinea l’incompletezza che ancora oggi caratterizza le informazioni disponibili.

LE EVIDENZE SPERIMENTALI

Recentemente, sono state raccolte alcune evidenze sperimentali che suggeriscono il contributo di una complessa interazione tra fattori nervosi e meccanismi infiammatori e immunologici.

In particolare vi sono dati sperimentali a favore di una interazione tra midollo osseo, microglia cerebrale e mediatori immunitari alla base dello sviluppo dell'ipertensione arteriosa.

L’attenzione si è rivolta più specificamente verso l’interazione tra elementi del sistema immunitario, come le citochine e componenti del sistema nervoso come i neuro-peptidi.

In questo contesto, lo stress psicologico cronico sembra avere un importante ruolo nell'aumentare il rischio di ipertensione, probabilmente proprio attraverso l'attivazione di questa interazione neuro-immunitaria.

IL CONTRIBUTO DI AUXOLOGICO 

In un recentissimo e innovativo lavoro pubblicato da ricercatori dell’Auxologico sulla rivista "Nature Reviews in Cardiology", viene fornita una dettagliata analisi delle evidenze disponibili a questo proposito.

Sia l’evidenza sperimentale sia le osservazioni cliniche sembrano in effetti dimostrare il coinvolgimento di una interazione neuro-immunitaria alla base delle alterazioni della regolazione del sistema cardiovascolare sottostanti l'ipertensione arteriosa.

Un’immediata applicazione clinica di queste nuove interpretazioni fisiopatologiche potrà essere pertanto il suggerimento di analizzare, nello stesso paziente, il contributo di più fattori neuro-immunitari e genetici, insieme ad  un’attenta lettura degli aspetti emozionali e psicologici.

Le nuove evidenze scientifiche sembrano quindi supportare anche in questo campo la necessità di un approccio multidisciplinare, allo scopo di ottenere  informazioni più dettagliate e più precise sul rischio cardiovascolare di un dato paziente, nella prospettiva di una medicina che eroghi terapie quanto più possibile personalizzate

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