Nel mondo di Internet e di Facebook l'espressione è "diventato virale" è una delle più comuni.
Negli ultimi anni qualcosa di simile è progressivamente accaduto con la sindrome di Brugada (BrS). In tutto il mondo i cardiologi che non hanno mai visto un caso nella loro vita, ora sembrano incontrare pazienti con BrS tutto il tempo e fanno una diagnosi di BrS dopo l'altra. Non è una questione di poco conto.
La BrS è uno di quei disturbi aritmogeni di origine genetica associato al rischio di morte cardiaca improvvisa e, a causa della mancanza di terapie farmacologiche certamente efficaci, è troppo spesso gestito con un defibrillatore cardioverter impiantabile (ICD) che in realtà serve solo all’1-2% dei pazienti.
Attualmente si ritiene che i pazienti diagnosticati come affetti dalla BrS sulla base di un ECG di tipo 1 indotto da farmaci siano a basso rischio di arresto cardiaco. In questo studio multicentrico cui ha molto contribuito Auxologico, con il gruppo di Peter Schwartz, si è invece verificato che non è sempre così.
Studiando pazienti la cui presentazione clinica era quella di arresto cardiaco con diagnosi di BrS fatta solo dopo l’evento, ci si è resi conto che il più delle volte questa diagnosi si basava non già su un quadro spontaneo di ECG di tipo 1 ma sulla sua induzione mediante farmaci.
Le attente analisi sui risultati suggeriscono che il quadro clinico sia meno bianco e nero di quanto si supponesse e che non tutti i casi di BrS con quadro diagnostico da farmaci possano considerarsi automaticamente a basso rischio.
Anche per questa ragione sta per iniziare in Italia un grande studio prospettico sulla BrS, condotto dall’AIAC (l’associazione degli elettrofisiologi italiani) e ispirato da Peter Schwartz con altri colleghi.
Int J Cardiol. 2017 Nov 16. pii: S0167-5273(17)34036-6. doi: 10.1016/j.ijcard.2017.10.118.
Cardiac arrest and Brugada syndrome: Is drug-induced type 1 ECG pattern always a marker of low risk?
Delise P, Allocca G, Sitta N, Migliore F, Dagradi F, Spazzolini C, Sciarra L, Carinci V, Corrado D, Calò L, Schwartz PJ.