Grazie ai contributi ricevuti da enti pubblici e privati, italiani e stranieri, e da numerose donazioni l'IRCCS Istituto Auxologico Italiano sta conducendo una serie di ricerche sui meccanismi e sui determinanti della prognosi in pazienti affetti da COVID-19, ricoverati e curati presso l’Ospedale San Luca durante questa pandemia, per contribuire a conoscere e a curare meglio una malattia che rappresenta un problema di salute pubblica senza precedenti, gravato da alti tassi di ricovero e mortalità.
PRINCIPALI RISULTATI RAGGIUNTI
- Per meglio conoscere e combattere questa malattia, occorre avere a disposizione quanti più dati possibile raccolti accuratamente.
Auxologico si è fatto promotore di una raccolta multicentrica, che coinvolge 20 IRCCS, archiviando dati raccolti sia durante il ricovero ospedaliero sia nei mesi successivi, in quest’ultimo caso per capire le conseguenze a distanza del COVID-19; - è stato effettuato uno studio sulle caratteristiche emodinamiche dei pazienti più gravi con sindrome da insufficienza respiratoria acuta per COVID-19 in ventilazione meccanica, che ha dimostrato come il profilo emodinamico dei pazienti con forme più gravi di COVID-19 sia caratterizzato da alterazioni cardiorespiratorie combinate, con l’instaurazione di un circolo vizioso tra danni cardiaci e danni polmonari;
- sono stati valutati gli effetti di una carenza di vitamina D nel predire la gravità del COVID-19 e la relativa mortalità. I risultati mostrano come una deficienza di Vitamina D sia molto comune nei pazienti COVID-19 con insufficienza respiratoria. Inoltre i livelli di Vitamina D erano inversamente associati con i livelli di un marcatore di infiammazione come l’Interleukina 6 e si dimostravano predittori indipendenti della severità dell’insufficienza respiratoria e della mortalità in questi pazienti;
- è stato studiato il ruolo dell'attivazione a partenza cellulare della coagulazione, dell'attivazione piastrinica e della disfunzione endoteliale nel determinare eventi trombotici nelle complicanze cardiovascolari del covid-19. Questo studio dimostra per la prima volta i meccanismi cellulari delle alterazioni della coagulazione descritte in pazienti COVID-19, che includono tra l’altro la formazione di aggregati piastrine/globuli bianchi che possono essere coinvolti nella formazione di microtrombi polmonari;
- abbiamo inoltre studiato i danni neurologici di diversa natura da COVID-19 persistenti anche dopo miglioramento del quadro polmonare. Questi danni vanno dalle complicanze più gravi (encefaliti e ictus) ad alterazioni di varia gravità della regolazione nervosa centrale e periferica;
- in uno studio mediante polisonnografia notturna effettuata durante ricovero ospedaliero di pazienti affetti da polmonite da COVID-19, abbiamo raccolto dati che confermano l’ipotesi secondo la quale pazienti con apnee nel sonno sono più suscettibili a sviluppare una grave polmonite da COVID-19. I nostri dati suggeriscono come la sovrapposizione di queste due condizioni respiratorie possa peggiorare la prognosi e facilitare le peggiori conseguenze del COVID-19;
- i pazienti affetti da COVID-19 presentano alterazioni della regolazione nervosa del respiro e del cuore da parte dei recettori che “sentono” il contenuto di ossigeno e anidride carbonica nel sangue (i chemocettori). Questo studio ha permesso di meglio comprendere le modalità di interazione dell’infezione di Covid-19 con i meccanismi di controllo della ventilazione proponendo un semplice test attuabile in ospedale per avere possibili indicazioni prognostiche sull’evoluzione ospedaliera del paziente COVID-19;
- messa a punto e validazione di un filtro in grado di bloccare virus anche piccoli, utilizzabile per l’esecuzione in sicurezza di polisonnografia in pazienti non-covid. Questa proposta, già pubblicata in letteratura, ha permesso di poter aumentare gli esami appena dopo la fine del lockdown, non allungando ulteriormente le liste d’attesa.
Articolo del 07/11/2020.