Paura dell'acqua nei bambini e nei neonati, come superarla
Pubblicato il 01/06/2023 - Aggiornato il 04/07/2023
Da cosa nasce la paura dell'acqua nei bambini e nei neonati? Qual è il significato psicologico? I consigli dello specialista di Auxologico su come superare la paura dell'acqua, con i consigli ai genitori
L'acqua è il principale costituente del corpo umano e rappresenta circa il 60% del peso corporeo. Il fabbisogno di scambio giornaliero di liquidi è di circa 1500 cc. al giorno, sia per il neonato che per l’adulto. Siamo immersi nell’acqua (liquido amniotico) durante tutta la gestazione nel grembo materno. L'acqua è dunque un elemento fondamentale della nostra vita, ancor prima della nascita.
Paura dell'acqua dei neonati
Nel neonato normalmente non vi è paura dell’acqua. Quando si verifica, potrebbe essere dovuta ad un approccio sbagliato nel lavarlo le prime volte. Per meglio far apprezzare il momento del bagno, quest'ultimo va eseguito con la dovuta calma. I bambini piccoli hanno una varietà di paure comuni: animali, buio, rumori intensi; le bambine si spaventano più facilmente e il picco di incidenza è osservabile ai 3 anni di età. La paura può essere un’emozione sana. È spesso appropriata e utile per prevenire lesioni fisiche.
Per gli adulti sarebbe l’occasione, diventati genitori, di frequentare un corso di acquaticità genitori e figli, può essere il primo passo per avvicinarsi, o riavvicinarsi all’acqua e all’esercizio fisico. Poco per volta si impara a superare le paure e le fobie, paure che impariamo a dominare, apprendiamo che nella vita a volte bisogna “...saper cominciare da capo con strumenti logori...” come diceva R. Kipling nella poesia “Se”.
Paura dell'acqua dei bambini
Per il neonato o il bambino piccolo è importante la nostra presenza con l’esempio che noi diamo loro; la possibilità della presenza di uno dei genitori, o alternativamente di entrambi è molto importante per un corretto sviluppo. I bambini di solito hanno i loro tempi per l’approccio con l’acqua, sia di torrenti, laghi, o mare; a volte con il mare ci vuole più tempo “quella cosa lì, fredda che si muove e mi viene vicino” lascia un poco perplessi, ma poi prendono confidenza e ci giocano.
Dobbiamo insegnare loro il rispetto per l’acqua e a non lasciarsi prendere troppo dal gioco, essa è sempre un elemento infido anche quando la si conosce. La maggior parte degli annegamenti avviene nella fascia di età inferiore ad un anno, con casi di neonati che annegano nelle vasche da bagno, nei secchi, nei servizi igienici, mentre nella fascia di età 1-4 anni i bambini hanno più probabilità di annegare in una piscina. La paura dell’acqua dove non si tocca dipende sempre da precedenti esperienze negative quando si impara a nuotare e dagli insegnamenti che riceviamo.
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Bambini, acqua e il ruolo dei genitori
Molti incidenti di cui sono vittime i bambini derivano dalla distrazione degli adulti, o da coloro che dovrebbero sorvegliarli, perché non si pensa che oggetti e comportamenti comuni per l’adulto possano diventare pericolosi per i bambini. Nel caso di attività in acqua, piscina, mare, fiume, lago, etc., i bambini non devono essere lasciati temporaneamente incustoditi, o sorvegliati da fratelli più grandi. I bambini dovrebbero sempre essere a distanza di sicurezza, considerata pari alla lunghezza del braccio di un adulto.
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Precauzioni da tenere con i bambini al mare
Quando si è al mare con i bambini dobbiamo sempre ricordare alcune cose:
- i raggi U.V.(ultravioletti) posseggono più energia dei raggi luminosi, penetrano nella cute e se l’esposizione al sole è sufficientemente prolungata danneggiano le cellule fino a distruggerle;
- l’eritema solare o peggio l’ustione solare sono la prova del danno da raggi UV;
- non dobbiamo dimenticare che il 50% dei raggi UV di una giornata sono emessi tra le 11 e le 13, motivo per cui è meglio non esporsi in queste ore;
- l’ombra diminuisce circa il 50% dei raggi UV;
- la sabbia riflette il 25% dei raggi UV;
- il 95% dei raggi UV penetra la superficie dell’acqua, a 50 cm di profondità solo il 40% degli UV è presente, motivo per cui anche in acqua ci si scotta;
- da non dimenticare che gli effetti delle radiazioni solari sono cumulativi e si sommano sull’epidermide e sul danno fin dall’infanzia.
Dunque, oltre a giocare e far familiarizzare con l’acqua dobbiamo proteggere la cute del piccolo soprattutto tra 0 e 6 anni, non esponendolo prolungatamente al sole senza adeguata protezione, sia di creme a protezione totale che di vestiario adatto al luogo e alla temperatura, non dimenticando che un neonato e il piccolo lattante portando pannolini di plastica che occupano quasi metà del loro corpo sono soggetti a sudorazioni importanti quando fa caldo e necessitano quindi di un ulteriore apporto di acqua nella giornata e di una nostra particolare attenzione.
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La pediatria in Auxologico
Il servizio di Pediatria di Auxologico propone visite specialistiche per la diagnosi e la cura di tutte le malattie dell’età evolutiva (0 – 14 anni). Il pediatra si occupa inoltre di seguire e accompagnare lo sviluppo psicofisico del bambino in tutte le fasi della sua crescita, da quando è neonato a quando diventa un preadolescente, ed è disponibile per consulenze di puericultura ai genitori e a chi si prende cura del bambino. Le prestazioni pediatriche, tra cui appunto la visita pediatrica, in Auxologico vengono al momento erogate presso le sedi di Milano Procaccini e Como.