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Colite

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A cura di

Dott.ssa Marzia Rossi

Staff Servizio Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva

Il termine colite indica in modo generico un’infiammazione del colon ed un tempo era un termine ampiamente utilizzato per definire principalmente una serie di disturbi addominali ricorrenti (dolore, gonfiore, alterazioni dell’ alvo…) che oggi ritroviamo in quella meglio conosciuta come sindrome dell’intestino irritabile. 

In realtà esistono molti tipi di colite che, pur presentando sintomi comuni corrispondono a quadri patologici differenti che richiedono un approccio terapeutico e una sorveglianza nel tempo diversi. 

Esistono coliti acute che normalmente hanno un decorso rapido spesso autolimitantesi e croniche con delle fasi di quiescenza e di riattivazione.


Colite: i sintomi

I sintomi della colite più frequenti sono: 

  • dolore addominale;
  • gonfiore talvolta irradiato posteriormente evocando dolore lombare;
  • diarrea;
  • bruciore anale;
  • proctorragia o ematochezia ;
  • febbre;
  • calo ponderale;
  • inappetenza.

Cause della Colite

  • Sindrome dell’intestino irritabile è quella che una volta veniva chiamata “colite spastica” o “colite nervosa” è una delle patologie intestinali più frequenti, è caratterizzata da dolori o fastidi addominali ricorrenti che migliorano dopo la defecazione e da alterazioni dell’alvo.

È più frequente nel sesso femminile ed è determinata da diversi fattori (stress emotivi e fisici, dieta, disbiosi intestinale, terapie antibiotiche, cambiamenti ormonali…). Ha un andamento altalenante, l’evoluzione è benigna e la diagnosi è di esclusione; 

  • Coliti microscopiche si distinguono in colite linfocitica e collagenosica; sono caratterizzate da una diarrea liquida, acquosa, non ematica.  Non sono state al momento identificate le cause, sembra che esistano alcuni fattori predisponenti come l’uso prolungato di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), l ’associazione con altre malattie autoimmune (sindrome di Sjögren, l’artrite reumatoide, tiroidite o la celiachia), il sesso femminile e l’ età > 60 anni;
  • Malattie infiammatorie intestinali: sono malattie croniche con una a genesi tuttora sconosciuta, “multifattoriale”. Sembra che l’ipotesi patogenetica prevalente sia quella di una reazione immunologica abnorme da parte dell’intestino nei confronti di antigeni normalmente presenti. Si distinguono la rettocolite ulcerosa e il Morbo di Crohn. Esistono poi delle coliti definite “indeterminate” che presentano tratti comuni ad entrambe le patologie. 
  • Coliti infettive sono coliti acute, spesso auto-limitantesi che possono essere causate da diversi agenti come batteri, virus, parassiti (es. Campylobacter, Shigella, Salmonella, Yersinia..) trasmessi nella maggior parte dei casi da cibi e/o bevande contaminate. L ’infiammazione avviene per lo più per un danno diretto del batterio sulla mucosa intestinale, mentre nel caso del Clostridium Difficile il meccanismo ultimo è la produzione di una tossina che danneggia i tessuti con la tipica formazione di pseudomembrane. 
  • Coliti da farmaci/trattamenti    sono descritti casi insorti durante trattamento con farmaci antiblastici; si è rilevato che piccole lesioni ischemiche del tutto asintomatiche sono rilevabili in una minima percentuale di pazienti sottoposti a colonscopia, anche se non è chiaro se la causa sia l’utilizzo di lassativi per la preparazione intestinale o se siano episodi “spontanei” che in assenza dell’esame endoscopico passerebbero inosservati. 

Inoltre esistono delle coliti determinate da radiazioni come la proctite attinica, una infiammazione del retto determinata dalla radioterapia eseguita per tumore alla prostata. Le coliti  “da diversione” sono causate dall’ esclusione temporanea o definitiva di un tratto di intestino secondario ad intervento chirurgico.

  • Colite ischemica è causata una riduzione dell’apporto di sangue all’ intestino. Si manifesta con dolore al fianco sinistro e proctorragia. La colite ischemica si verifica soprattutto nelle persone anziane (> 60 anni) e il basso flusso di sangue è per lo più la conseguenza di piccoli vasi aterosclerotici, ma puo’ anche essere una complicanza del trattamento di un aneurisma dell'aorta addominale.

Colite: la diagnosi

  • Anamnesi: è necessaria un’accurata raccolta anamnestica: modalità di insorgenza dei sintomi, sintomi e segni associati (sangue o muco nelle feci, febbre, perdita di peso), recenti viaggi all’ estero, cambio di stile di vita e/o alimentazione, introduzione di nuove terapie, eventi stressanti (fisici o emotivi);
  • Esami di laboratorio (emocromo, indici infiammatori, escludere altre cause che possano causare sintomi analoghi mediante test della tiroide e celiachia);
  • Esame coproparassitologico;
  • Calprotectina fecale è una proteina che può risultare alterata in caso di infiammazione intestinale e puo’ essere utilizzata come “marcatore” per valutare l’andamento della stessa;
  • Colonscopia per valutare lo stato della mucosa del colon sia macroscopicamente che microscopicamente con mappatura di tutti i tratti ed escludere cause organiche;
  • TAC addome completo con e senza mdc;
  • Ecografia delle anse intestinali: rileva eventuali segni di infiammazione a carico anche del piccolo intestino;
  • Entero RMN.

Come si cura la Colite

TERAPIA MEDICA

Le terapie sono strettamente legate alla causa/e scatenanti:

  • Probiotici: rappresentano un comun denominatore per il benessere intestinale, sono fondamentali come supporto in tutte le forme di colite andando a correggere o prevenire un quadro di disbiosi intestinale;
  • Farmaci antispastici, lassativi osmotici, farmaci antidiarroici nella sindrome del colon irritabile per regolarizzare l’alvo e ridurre i dolori addominali;
  • Mesalazina un anti-infiammatorio ad azione intestinale talvolta associato all’ utilizzo di cortisone   sono il primo approccio per le malattie infiammatorie intestinali, immunosoppressori e farmaci biologici sono da considerarsi  in caso di mancato beneficio 
  • Terapie antibiotiche.

DIETA

  • Nella fasi acute della colite è necessario ridurre/limitare l’assunzione di fibre (frutta, verdura, cibo integrale), di latticini, di cibi piccanti e speziati, di alcolici e bevande gasate; il digiuno per mettere a riposo l’intestino è riservato ai casi più severi. Garantire un adeguato introito di liquidi.

Leggi anche: Fodmap, la dieta contro il colon irritabile


ALTRI ACCORGIMENTI E STILE DI VITA

  • Nei casi di coliti infettive un punto cardine rimane l'igiene delle nostre mani, soprattutto prima di toccare occhi/naso/bocca (usare lenti a contatto, lavare i denti, assumere in farmaco etc.) dopo aver frequentato luoghi pubblici (negozi, ambulatori, stazioni, bus etc.).
  • Una corretta conservazione degli alimenti: separare gli alimenti crudi da quelli cotti, cuocere completamente gli alimenti (in particolare la carne, la polleria, le uova e il pesce), conservarli alla giusta temperatura;
  • Lavare bene frutta e verdura (soprattutto se consumate crude), non consumare gli alimenti oltre la loro data di scadenza e preferire alimenti trattati in modo da non presentare rischi (come il latte pastorizzato);
  • Un’ attività fisica regolare agisce  positivamente sul microbioma intestinale, sulla sua composizione e funzionalità: ne aumenta la diversità, favorendo la produzione di elementi fondamentali per la sua salute come il butirrato.

Leggi anche: La sindrome del colon irritabile


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