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Complicanze post-Covid: riconoscimento alla ricerca di Auxologico

Pubblicato il 12/05/2021 - Aggiornato il 14/10/2024

L'AMERICAN PHYSIOLOGICAL SOCIETY SELEZIONA LO STUDIO DEI GIOVANI CARDIOLOGI

La società scientifica American Physiological Society ha conferito un importante riconoscimento al Dott. Sergio Caravita, cardiologo di Auxologico, per il lavoro sulla fisiopatologia dell’esercizio fisico recentemente pubblicato su Journal of Applied Physiology e condotto insieme a un team di importanti ricercatori, per la maggior parte di Auxologico: Claudia Baratto, Andrea Faini, Giovanni Battista Perego, Michele Senni, Luigi P Badano, Gianfranco Parati.

Il lavoro è stato selezionato per essere inserito in una vetrina dell'American Physiological Society che raccoglie alcuni dei migliori articoli recentemente pubblicati su ricerche fisiologiche.

Abbiamo intervistato il Dott. Sergio Caravita, corresponding author dell’articolo.

COSA AVETE STUDIATO, E COSA AVETE SCOPERTO?

I pazienti ospedalizzati per COVID-19 presentano spesso gravi anomalie polmonari. Inoltre, il COVID-19 può dare numerose complicanze cardiovascolari. Si teme che i sintomi persistenti dopo la guarigione che i pazienti riferiscono (ad es. facile faticabilità, affanno), possano essere dovuti a sequele cardiorespiratorie da COVID-19. 

L'obiettivo dello studio era valutare la capacità di esercizio e le eventuali cause di una ridotta capacità di esercizio (respiratorie, cardiovascolari o periferiche/muscolari) dopo la guarigione da COVID-19. 

Al momento della dimissione ospedaliera sono stati arruolati 18 pazienti che erano stati ospedalizzati presso Auxologico. I pazienti hanno accettato di eseguire un test da sforzo cardiopolmonare combinato con ecocardiografia da sforzo e posizionamento di un catetere arterioso per il monitoraggio della concentrazione di ossigeno nel sangue. I loro risultati sono stati confrontati con quelli di 18 pazienti sani, simili per età, sesso e indice di massa corporea.

I pazienti guariti da COVID-19 presentavano una capacità di esercizio del 30% inferiore a quella degli altri pazienti controllati. Tuttavia, nella stragrande maggioranza dei pazienti COVID-19, tale limitazione non era di origine respiratoria, nonostante la persistenza di anomalie polmonari al momento della dimissione. Ugualmente, non è stato trovato alcun segno di limitazione cardiovascolare all'esercizio. La riduzione della capacità di esercizio era proporzionale al grado di anemia, che spesso si accompagna all'infiammazione scatenata dal COVID-19, e dovuta soprattutto a fattori muscolari: i muscoli dei pazienti guariti dal COVID-19 erano "meno capaci" di estrarre ossigeno rispetto a quanto atteso, probabilmente a causa dell'allettamento prolungato con perdita di massa muscolare e forse a causa di una tossicità esercitata dal COVID-19 sui muscoli.
Questi stessi fattori, nei pazienti COVID-19, erano responsabili di un’aumentata iperventilazione, che potrebbe ulteriormente contribuire a esacerbare i sintomi da sforzo.  

In quest'ottica, i risultati dello studio sono molto rassicuranti: i sintomi residui post-COVID-19 e la ridotta performance fisica non sembrano sottendere gravi reliquati cardiovascolari o polmonari nella maggior parte dei pazienti, ridimensionando il problema delle sequele dell'infezione da SARS-CoV-2 a lungo termine.

COME AVETE ACCOLTO LA NOTIZIA DEL RICONOSCIMENTO?

Siamo estremamente contenti di questo riconoscimento. Il COVID-19 ha completamente scompaginato durante questo anno la nostra attività clinica e la nostra attività di ricerca.

La pubblicazione del lavoro e il suo apprezzamento ci testimoniano che siamo riusciti ad adattare le nostre competenze, generalmente impiegate in ambito cardiologico, a un contesto completamente nuovo, formulando interrogativi cui siamo riusciti a rispondere, contribuendo sul piano scientifico con evidenze di qualità.

Ci ripaga anche della fatica fisica di avere svolto test sofisticati e complessi rimanendo per ore in ambiente infetto, coperti dai dispositivi di protezione individuale.   

Alla Dott.ssa Baratto va il merito di avere avuto l'intuizione di ideare questo studio nel corso del primo picco pandemico, quando sapevamo ancora pochissimo del COVID-19.
Il Prof Parati, il Dott. Perego e il Prof. Badano hanno di fatto reso possibile lo studio nonostante le immense difficoltà logistiche.

Infine, questo studio non sarebbe stato possibile se i colleghi dell'ospedale non si fossero fatti carico di parte dei nostri turni per permetterci di eseguire gli esami e analizzare i dati.

La nostra gratitudine va anche all'immensa disponibilità dimostrata dai pazienti, che si sono offerti di partecipare allo studio nonostante fossero indubbiamente provati da una lunga e pesante ospedalizzazione.  

QUALI SONO I VOSTRI PROSSIMI OBIETTIVI?

I nostri prossimi obiettivi clinici e di ricerca sono, spero, lontani dal COVID-19, che ci auguriamo di lasciarci presto alle spalle come un brutto ricordo.
Abbiamo ripreso da mesi l'attività clinica relativa a dispnea, insufficienza cardiaca e ipertensione polmonare, e l'attività di ricerca a essa strettamente correlata, su cui stiamo investendo con collaborazioni a livello internazionale.

CARDIOLOGIA IN AUXOLOGICO

L’attività di Cardiologia e di Riabilitazione Cardiologica di Auxologico offre una risposta completa e di elevata qualità per tutti i problemi del cuore:

RICERCA E CURA

L'esperienza pluridecennale, la direzione universitaria dei reparti, la multidisciplinarietà dell'approccio, e l'utilizzo delle migliori tecnologie per il trattamento e il monitoraggio dei pazienti, si coniugano con l'attività di ricerca scientifica portata avanti dai clinici e ricercatori di Auxologico per garantire l’applicazione delle strategie diagnostiche e terapeutiche più efficaci e per esplorare nuove soluzioni messe a disposizione dal progresso tecnologico.

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