È sempre una buona notizia quella di un giovane medico che riesce a impegnarsi tanto nell’attività clinica ospedaliera, nella ricerca e anche nell’insegnamento universitario per la formazione di altrettanti giovani colleghi. È quanto accaduto a Sergio Caravita, dirigente medico presso la Cardiologia di Auxologico, di recente nominato professore associato di cardiologia all’Università di Bergamo.
Abbiamo chiesto all’interessato e al Prof. Gianfranco Parati, Direttore Scientifico di Auxologico, di commentare questo importante traguardo.
Prof. Caravita, come commenta questo importante traguardo? Quali sono i suoi propositi per il futuro?
Ne sono orgoglioso. Al tempo stesso sono estremamente riconoscente a chi mi ha dato fiducia e permesso di crescere professionalmente. La fiducia e il sostegno che ho ricevuto in Auxologico, in particolare dall'attuale Direttore Scientifico, il Professor Parati, sono stati elementi fondamentali nel mio percorso.
Non nascondo comunque di essere terrorizzato: negli ultimi tre anni trascorsi come ricercatore, ho avuto solo un piccolo assaggio di quella che credo sia una grossa sfida, ovvero di riuscire a tenere insieme, con qualità e in maniera equilibrata, attività clinica, didattica e ricerca.
Io nasco come clinico, e la clinica, il confronto con il vissuto, i segni e i sintomi che il paziente porta con sé, rivestono un ruolo centrale: dobbiamo capire perché quella persona sta male e cosa possiamo fare per farla stare meglio, ragionando in maniera critica. Da qui nasce la ricerca, in un incrocio tra creatività e rigore metodologico.
Poi, la necessità di divulgare, di confrontarsi e mettersi in gioco, di rispondere alle domande di studenti e tesisti, fungono da pungolo continuo a mettere in dubbio ciò che pensiamo di comprendere o che comprendiamo solo parzialmente del funzionamento del sistema cardiovascolare, della natura delle patologie e della cura del pazienti.
Mi ritengo fortunato ad essere immerso in una facoltà di ingegneria tecnologico-sanitaria/biomedica: gli strumenti di analisi ingegneristica sono estremamente complementari a quelli del medico. Integrare queste visioni può permettere di sfruttare al meglio la transizione tecnologica che caratterizza la nostra epoca a fini diagnostici e terapeutici.
Con queste riflessioni, il mio obiettivo è quello di svolgere al meglio i compiti clinici, didattici e di ricerca che mi sono stati affidati dall'Università di Bergamo e da Auxologico, continuando a investire energie sul miglioramento della diagnosi e della cura della dispnea, dello scompenso cardiaco e dell'ipertensione polmonare. Sfruttando al massimo le potenzialità della multidisciplinarietà e integrazione delle competenze, perché credo possa davvero essere di beneficio per tutti: medici, ricercatori e pazienti.
Prof. Parati, questa nomina rappresenta un importante traguardo anche per la "scuola formativa" di Auxologico: come commenta al riguardo?
Il traguardo raggiunto dal Prof. Caravita dimostra che un "investimento" su giovani risorse può portare a ottimi risultati.
Il Prof. Caravita ha iniziato con noi un percorso di ricerca già a cavallo della Laurea in Medicina per poi proseguire all'interno della Scuola di Specializzazione in Malattie dell'Apparato Cardiovascolare dell'Università di Milano-Bicocca, presso la nostra sede formativa dell'Ospedale San Luca.
Abbiamo deciso insieme di sviluppare un filone specifico, clinico e di ricerca, sull'ipertensione polmonare e sulla fisiopatologia dell'esercizio, che si integrasse con le attività e i filoni di ricerca già in essere in Auxologico e che le potesse integrare armonicamente.
Abbiamo quindi concordato sia un periodo di formazione specialistica dedicata, prima presso il Laboratorio di Fisiopatologia Cardiorespiratoria del Centro Cardiologico Monzino, e quindi presso la Clinica dell'Ipertensione Polmonare e dell'Insufficienza Cardiaca del centro di riferimento belga di Bruxelles, con cui da allora continuiamo a collaborare.
A distanza di un decennio non posso che dirmi contento dei risultati ottenuti: abbiamo raggiunto un livello di eccellenza sia in campo clinico sia in campo di ricerca, che si corona con questa progressione di carriera del Prof. Caravita.
Cardiologia in Auxologico
L’attività di Cardiologia e di Riabilitazione Cardiologica di Auxologico offre una risposta completa e di elevata qualità per tutti i problemi del cuore:
- gestione delle urgenze cardiovascolari nel Pronto Soccorso;
- riabilitazione cardiologica dopo eventi acuti (infarto), interventi cardiochirurgici, o in pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico;
- cura e monitoraggio del paziente affetto da condizioni croniche come insufficienza cardiaca, ipertensione, aritmie;
- prevenzione e diagnosi precoce dei fattori di rischio cardiovascolare.
Ricerca e cura
L'esperienza pluridecennale, la direzione universitaria dei reparti, la multidisciplinarietà dell'approccio, e l'utilizzo delle migliori tecnologie per il trattamento e il monitoraggio dei pazienti, si coniugano con l'attività di ricerca scientifica portata avanti dai clinici e ricercatori di Auxologico per garantire l’applicazione delle strategie diagnostiche e terapeutiche più efficaci e per esplorare nuove soluzioni messe a disposizione dal progresso tecnologico.