Salta al contenuto principale

Obesità e coronavirus

Pubblicato il 01/04/2020 - Aggiornato il 26/11/2021

Queste informazioni non sostituiscono in alcun modo il colloquio con il tuo medico di fiducia.

La pandemia di COVID-19 sta rapidamente diventando anche una crisi economica globale, che non colpisce però tutti quanti allo stesso modo. Avrà infatti un impatto sproporzionato sulla parte di popolazione più vulnerabile, che in molti paesi è anche quella a più alto rischio di obesità: ciò potrebbe peggiorare il futuro andamento della “pandemia” di obesità.

Dott.ssa Cecilia Invitti

Endocrinologa e diabetologa presso Auxologico Capitanio

Obesità: la pandemia silenziosa

Secondo il rapporto della World Obesity nel 2016 nel mondo c’erano  671 milioni di persone obese di cui 64 milioni con obesità grave, cioè con BMI o indice di massa corporea di 40 o più.

Calcola il tuo BMI

L’aumento di persone obese aveva come conseguenza anche aumento di persone con altre malattie croniche come:

  • diabete (218 milioni attribuibili all’obesità);
  • ipertensione arteriosa (307 attribuibili all’obesità);
  • malattie cardiache (12 milioni attribuibili all’obesità). 

Queste complicanze comuni nell’obesità sono proprio quelle che erano più frequentemente presenti nelle persone decedute a causa del Covid sia in Cina che in Italia, dove il 76% dei deceduti era iperteso, il 35.5% diabetico e il 33 % aveva una cardiopatia ischemica (3). Da notare che la Cina è tra i paesi in cui l’aumento dell’obesità è stato più imponente negli ultimi venti anni.

Covid e diabete


Obesità e Covid, una relazione pericolosa

Il Center for Disease Control and Prevention ha quindi ritenuto opportuno inserire l’obesità grave come condizione a elevato rischio di gravi complicanze da COVID-19.

Pur non essendoci attualmente dati che dimostrino che le persone obese si ammalano di Covid-19 più facilmente di quelle normopeso, sappiamo che l’obesità aumenta il rischio di sviluppare forme gravi di insufficienza respiratoria da Covid-19.

A questo proposito, uno studio condotto dall'Intensive Care National Audit and Research Center che ha analizzato tutti i ricoveri dei pazienti con coronavirus nei reparti di terapia intensiva negli ospedali del Regno Unito, ha riportato che i pazienti in sovrappeso o obesi costituivano il 64% dei pazienti COVID-19 in terapia intensiva.

In che modo l'obesità può peggiorare il quadro clinico da Covid?

L'obesità rappresenta uno stato di infiammazione cronica che da una parte determina l’insorgenza di malattie metaboliche (dislipidemia, insulinoresistenza, iperglicemia) e dall’altra altera le risposte immunitarie innate e adattive indebolendo le difese dell’organismo dalle infezioni.

Inoltre, l’aumento eccessivo della massa grassa toracica e addominale provoca cambiamenti sostanziali nella meccanica dei polmoni che rendono più difficile la respirazione e quindi più probabili le complicanze respiratorie.

Sono infatti frequenti nelle persone obese patologie respiratorie come la broncopatia cronica ostruttiva, l’asma, la cattiva ossigenazione dovuta alla ridotta ventilazione e alle apnee ostruttive nel sonno.

Il saturimetro

Altro dato osservato nei soggetti con una sindrome da disfunzione respiratoria indotta da infezione da coronavirus, è che i soggetti con un quadro clinico polmonare più grave hanno più carenze vitaminiche o proteiche (4).

Per questo è importante che i pazienti obesi che hanno eseguito un intervento di chirurgia bariatrica e che sono a rischio di carenze nutrizionali, continuino ad assumere gli integratori che sono stati prescritti.

Se il Covid infetta anche la nostra vita

È inoltre probabile che l'attuale pandemia da coronavirus contribuisca ad aumentare il tasso di obesità poiché in questo periodo i programmi di perdita di peso (che spesso vengono erogati in gruppo), gli interventi come la chirurgia e la riabilitazione metabolico-nutrizionale sono stati sospesi.  

Stare a casa non deve portare ad inattività fisica forzata che aumenterebbe ulteriormente il rischio di malattie cardio-metaboliche in chi è sovrappeso/obeso. Ricordiamo che una regolare attività motoria di intensità moderata di 45 minuti è utile per la difesa immunitaria dell'ospite, in particolare negli anziani e nelle persone con malattie croniche (5).

Infine, la necessità di auto-isolamento sta spingendo molti a consumare alimenti trasformati ad emivita più lunga anziché prodotti freschi ed alimenti in scatola che sono ricchi di sale ed a lungo andare favoriscono l’aumento di peso.

Combattere la fame nervosa a casa


Riferimenti e studi scientifici sul tema

  • Obesity: missing the 2025 global targets.Trends, Costs and Country Reports March 2020
  • Zhou F et al. “Clinical Course and Risk Factors for Mortality of Adult Inpatients with COVID- 19 in Wuhan, China: A Retrospective Cohort Study”. The Lancet, 11 marzo 2020.
  • Istituto Superiore di Sanità, 17 marzo 2020.
  • Wu C et al. "Risk Factors Associated With Acute Respiratory Distress Syndrome and Death in Patients With Coronavirus Disease 2019 Pneumonia in Wuhan, China". JAMA Internal Medicine, 13 marzo 2020.
  • Simpson RJ et al Exerc Immunol Rev. 2020;26:8-22. "Can exercise affect immune function to increase susceptibility to infection?"