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Malattie Cerebrovascolari: Come Prevenirle

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Visita Neurologica - Stroke Ecocolordoppler dei Tronchi Sovraortici (TSA)

Pubblicato il 11/12/2024

Dott.ssa Barbara Corrà

Staff U.O. Neurologia - Auxologico San Luca

Le malattie Cerebrovascolari e il peso

L’obesità e il sovrappeso rappresentano uno dei problemi sanitari più urgenti della modernità.

Si stima che nel mondo ci siano un miliardo di soggetti obesi: questa evidenza epidemiologica ha una rilevanza sia in termini di conseguenze sulla salute delle persone che sui costi dell’assistenza.

Leggi anche: Obesità, come prevenirla


Malattie Cerebrovascolari: i fattori di rischio

La salute è uno stato di benessere globale, che implica l’integrità fisica, psichica e cognitiva delle persone.

È ormai da tempo noto nella comunità scientifica che la “patologia metabolica” non soltanto comporta un aumentato rischio di accidenti cerebrovascolari (ictus, emorragia cerebrale) ma rappresenta anche un rischio per l’integrità cognitiva del cervello.

Il “rischio” si sviluppa e si stratifica negli anni e spesso, quando si identificano i fattori che lo determinano, alcuni organi risultano già alterati da un processo di malattia: questo fenomeno è genericamente identificabile come “danno d’organo”.

Il sistema nervoso centrale (SNC) è un sistema biologico ad alta complessità, in cui fattori eterogenei (stile di vita, alimentazione, scolarità, status psichico e cognitivo) concorrono a determinare l’integrità di tutte le sue funzioni proprio in modo “integrato”.

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Malattie Cerebrovascolari e altre patologie

Un ottimo esempio di fattore di rischio è l’iperglicemia: quando il metabolismo non riesce più a ridurre efficacemente la quantità di zuccheri ingeriti, ciò si traduce, a livello cerebrale, in un affanno energetico. Nonostante la elevata disponibilità di materiale energetico, i neuroni non riescono ad utilizzarlo: è come essere all’interno di un supermercato senza poter acquistare alcunchè.

Il “danno d’organo” non è immediatamente tangibile oppure misurabile, ma nel tempo, al perdurare di questa condizione, il rendimento funzionale del cervello comincia a diminuire.

Immaginiamoci, per restare in questo esempio, che parallelamente alla glicemia alterata a digiuno (iperglicemia) vi siano anche un rialzo dei valori di pressione; un rialzo dei valori di colesterolo (LDL), di trigliceridi e di uricemia, magari anche l’abitudine al fumo di sigaretta, i disturbi del sonno: ne consegue una alterazione strutturale delle arterie, soprattutto di quelle di più piccolo calibro.

Ecco dunque che allo stress energetico si somma una lenta, progressiva riduzione della perfusione di sangue, dunque di ossigeno. Questo fenomeno è visualizzabile e misurabile con la Risonanza Magnetica: si riscontra nel cervello una progressiva comparsa di minute lesioni ischemiche, che lentamente convergono fra loro, contribuendo ad enfatizzare ed acuire il calo di rendimento funzionale del cervello.

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Malattie cerebrovascolari e prevenzione

Questi esempi vogliono focalizzare l’attenzione sulla rilevanza della prevenzione cerebrovascolare e cognitiva oltre ed al di là del luogo comune: è sufficiente che la glicemia si discosti di pochi punti dai limiti di riferimento, così come la PA, il colesterolo, l’uricemia, perché tutte queste piccole varianze si coalizzino idealmente fra loro, riducendo la capacità funzionale cerebrale e determinando un rischio significativo di un evento acuto (ictus).

Ci sono momenti della vita, specialmente per il sesso femminile, in cui i cambiamenti fisiologici concorrono all’instaurarsi di uno status di rischio: ad esempio la menopausa.

In questo periodo della vita della donna il calo estrogenico determina con più facilità l’insorgere della “sindrome metabolica” e i sintomi che derivano rispecchiano il coinvolgimento anche del sistema nervoso centrale:

  • calo di attenzione e memoria;
  • insonnia;
  • irritabilità.

A questi sintomi sono sottesi cambiamenti biochimici profondi, molti dei quali vanno, come spiegato, a determinare un “rischio vascolare”. Trattasi di rialzo dei valori di PA, alterazione del metabolismo glico-lipidico: danno d’organo.

La Sindrome Metabolica


Malattie cerebrovascolari e linee guida

Le Linee Guida nazionali e internazionali enfatizzano il ruolo della prevenzione proprio nella quarta-quinta decade di vita: è importante affrontare il problema globale della salute cardio-cerebro-vascolare non quando si verifica un evento (prevenzione secondaria) ma prima che vi sia il danno d’organo.

Uno strumento efficace per farlo è eseguire l’Ecocolordoppler dei Tronchi Sovraortici (TSA) con il calcolo dell’IMT: questa semplice valutazione, indicata anche per la sola presenza di un fattore di rischio (es. ipercolesterolemia) fornisce fondamentali informazioni: indicazione ad eseguire un’indagine cardiologica (IMT genericamente aumentato); metabolica (IMT aumentato concentricamente e con aspetto fibroso).

È sulla base dei risultati emersi che, ad esempio, si potrà consigliare un trattamento efficace. 

Non si deve dimenticare, in quest’ambito, la rilevanza e l’efficacia delle proposte nutraceutiche, che trovano nel comparto metabolico, quindi della prevenzione primaria, ampio spazio razionale di utilizzo. Questo settore, in continua espansione, corrisponde ad una richiesta sempre più stringente da parte del paziente: creare un’alleanza terapeutica con il medico, tenendo conto di tutte le sue necessità, quale soggetto unico e non settorializzato.


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