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Sonno e malattie neurodegenerative

Pubblicato il 25/01/2023 - Aggiornato il 11/10/2024

Queste informazioni non sostituiscono in alcun modo il colloquio con il tuo medico di fiducia.

Il sonno ha diverse funzioni, soprattutto riguardanti la salute del cervello. Per questo la deprivazione di sonno può portare a delle complicanze, e così anche i disturbi del sonno. Auxologico svolge in questo campo molta ricerca.

Prof.ssa Carolina Lombardi

Direttore Centro Medicina del Sonno - Lombardia

Dott. Federico Verde

Responsabile Centro Disturbi Cognitivi e Demenze - U.O. Neurologia - Auxologico San Luca

Dott. Riccardo Cremascoli

Consulente Neurologo presso Auxologico Villa Caramora

Le funzioni del sonno e la deprivazione di sonno

Le funzioni del sonno sono molteplici e non sono completamente chiarite. Essendo il sonno un fenomeno che riguarda principalmente il cervello, è probabile che la sua funzione fondamentale sia relativa al mantenimento della salute di questo organo e in particolare all’equilibrio, ovvero alla omeostasi, dei complessi processi che vi si svolgono.

Una funzione cerebrale strettamente connessa con il sonno è la funzione cognitiva, o meglio le diverse funzioni cognitive, che per svolgersi correttamente richiedono che il cervello riposi regolarmente per un tempo sufficiente.
In caso contrario, tali funzioni vanno incontro ad alterazioni: è esperienza comune il fatto che dopo una deprivazione di sonno acuta (cioè concentrata nel tempo) una persona abbia ridotti livelli di attenzione. Tuttavia, anche una deprivazione di sonno meno marcata ma protratta nel tempo porta a deficit simili, che riguardano anche altri ambiti cognitivi, quali la memoria e le cosiddette funzioni esecutive.

Sonno e sistema glinfatico

È probabile che il sonno influenzi i meccanismi che sono alla base dell’invecchiamento del cervello e in particolare dello sviluppo delle malattie neurodegenerative che portano alla demenza. A questo proposito, è stato osservato che durante il sonno è più attivo il cosiddetto sistema glinfatico: un insieme di strutture simil-vascolari formato da cellule non neuronali che serve a rimuovere sostanze di rifiuto accumulate dai neuroni. È possibile che un deficit del funzionamento di questo sistema, per esempio dovuto a una protratta deprivazione di sonno, favorisca l’accumulo di tali sostanze, con il possibile effetto di facilitare l’insorgenza di fenomeni degenerativi.


Apnee ostruttive del sonno

Un simile effetto nocivo sulle funzioni cognitive è esercitato anche da una patologia respiratoria molto frequente, ovvero le apnee ostruttive del sonno (OSA).

Le apnee ostruttive nel sonno sono caratterizzate da pause del respiro legate all’ostruzione delle vie aeree superiori. Questi episodi che si ripetono molte volte durante il sonno dei soggetti che ne sono affetti si associato a riduzione di ossigeno nel sangue, aumento della pressione arteriosa e frammentazione del sonno legata alla necessità di piccoli risvegli per riprendere a respirare dolo le apnee.

L’OSA rappresenta un importante fattore di rischio cardiovascolare (soprattutto per lo sviluppo di ipertensione arteriosa, scompenso cardiaco e fibrillazione atriale) e possono determinare sonnolenza diurna eccessiva.

Diverse pubblicazioni negli ultimi decenni hanno evidenziato l’associazione della sindrome delle apnee notturne ostruttive e l’aumento dei depositi di beta amiloide cerebrale con i conseguenti deficit cognitivi associati, concludendo che il disturbo apnoico possa essere considerato un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia di Alzheimer.

Disturbo comportamentale del sonno REM

Un’altra peculiarità che riguarda il sonno e le malattie neurodegenerative è che uno specifico disturbo del sonno che si chiama Disturbo comportamentale della fase REM (o RBD da Rem Behavioral Disorder) caratterizzato da movimenti che vengono compiuti nel sonno in coincidenza dei sogni.

Questo disturbo tipico dell’età avanzata e classificato come parasonnia del sonno REM sembra, in alcune circostante, precedere anche di 10 anni lo sviluppo di una patologia neurodegenerativa come per esempio la malattia di Parkinson. Si stanno quindi cercando di studiare dei marcatori precoci di evoluzione negativa di questo disturbo proprio con lo scopo di poter fare prevenzione.

Leggi anche: Dormire bene, la guida e i consigli


Ricerca su sonno e funzioni cognitive in Auxologico

Auxologico è molto impegnato nell’ambito della ricerca per quello che riguarda il Sonno e le patologie neurodegenerative.

Progetto "Demcpap"

Un esempio di questo è una collaborazione in atto con altri centri di Medicina del Sonno a livello nazionale per sviluppare un ampio progetto, chiamato "Demcpap", incentrato sullo studio della interazione tra OSA e deficit cognitivo.
Il progetta partirà nella primavera 2023 e continuerà per più di tre anni: verrà seguita nel tempo l’evoluzione dei deficit cognitivi in un ampio numero di pazienti affetti da declino cognitivo lieve (MCI) e demenza (in particolare malattia di Alzheimer), sia affetti sia non affetti da OSA, per analizzare l’eventuale impatto negativo esercitato dalla OSA su tale evoluzione.
Inoltre, nell’ambito dei pazienti affetti da OSA, verrà osservato se l’applicazione della terapia mediante CPAP (pressione continua positiva nelle vie aeree) notturna avrà invece un effetto di mitigazione nei confronti del peggioramento dei deficit cognitivi.

Il nostro Istituto si sta anche attivando per promuovere l’identificazione e il dosaggio di sostanze a livello del sangue che nel paziente con apnee o con disturbo del sonno in generale possano essere correlabili alla qualità del riposo notturno e quantificare il rischio di sviluppare sonnolenza diurna resistente al trattamento (sonnolenza residua) e deterioramento cognitivo.
Tra questi marcatori, i più importanti nell’ambito di patologie neurodegenerative e di disturbi del sonno che si associano a ipersonnia diurna, sono i neurofilamenti a catena leggera (NFL), le isoforme amiloidee 40 e 42, l’orexina A (OXA) e l’istamina (HA).
L’identificazione di tali marcatori può essere anche importante in futuro per approcciare in maniera più specifica il trattamento

Progetto "Farpresto"

Auxologico partecipa inoltre allo studio multicentrico nazionale Progetto “FARPRESTO”, studio italiano promosso dall’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS) dedicato a individuare i possibili fattori di rischio di conversione nei pazienti affetti dal disturbo comportamentale in sonno REM (RBD) verso una malattia neurodegenerativa nell’ambito delle alfa-sinucleinopatie (Malattia di Parkinson, Atrofia Multisistemica e Demenza a corpi di Lewy).


Il Centro di Medicina del Sonno di Auxologico

Il Centro Medicina del Sonno è accreditato dalla Società Italiana di Medicina del Sonno (AIMS) e svolge attività clinica e di ricerca sui disturbi del sonno.

Caratteristica peculiare del Centro di Medicina del Sonno, unico nel suo genere in Italia, è la possibilità di studiare gli effetti cardiovascolari dei diversi disturbi del sonno.

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