Aritmia
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Richiedi prenotazioneCHE COS’È L’ARITMIA?
Per aritmia si intende un’alterazione del ritmo del cuore: il battito cardiaco può diventare irregolare o molto veloce (tachicardia).
L’impulso elettrico cardiaco inizia di norma a livello della parte alta dell’atrio destro, vicino allo sbocco della vena cava superiore, da parte di alcune cellule che prendono il nome di nodo del seno. Poi l’impulso si propaga nell’atrio destro e atrio sinistro e quindi, passando attraverso un percorso obbligato che prende il nome di nodo atrio-ventricolare, attiva il ventricolo destro e sinistro.
In presenza di un’aritmia cardiaca, l’impulso elettrico non nasce più a livello del nodo del seno, ma da cellule situate negli atrii o nei ventricoli, perché si creano zone di attività elettrica più veloce o zone di corto circuito.
QUALI TIPOLOGIE ESISTONO?
Esistono aritmie atriali che nascono da atrio destro o atrio sinistro (dette anche sopraventricolari) e aritmie ventricolari, che nascono da ventricolo destro o ventricolo sinistro.
Esistono poi tachiaritmie, in cui la frequenza del battito cardiaco è più elevata rispetto al normale, e bradiaritmie in cui la frequenza cardiaca è più bassa (malattia del nodo del seno, blocchi atrio-ventricolari).
Tra le tachiaritmie atriali più frequenti nei giovani ci sono le tachicardie parossistiche sopraventricolari, generalmente benigne, caratterizzate da tachicardia improvvisa con frequenza di 160-200 battiti al minuto.
Nella popolazione di età più avanzata invece, l’aritmia cardiaca più frequente è la fibrillazione atriale, caratterizzata da un ritmo cardiaco molto irregolare. È importante riconoscerla perché, in determinate condizioni, aumenta il rischio di ictus cerebrale.
Tra le aritmie ventricolari più frequenti ci sono in fine le extrasistoli ventricolari (o battiti prematuri ventricolari).
QUALI SONO I SINTOMI DELL’ARITMIA CARDIACA?
Il sintomo prevalente è la palpitazione, cioè la percezione di un battito cardiaco molto veloce con sensazione di “cuore in gola”. Oppure il sintomo può essere quello di un battito completamente irregolare, come nel caso della fibrillazione atriale, o di un battito regolare che ogni tanto fa una pausa - “perde un colpo”.
In alcuni casi l’aritmia si può manifestare come sensazione di improvvisa stanchezza o come facile affaticabilità, oppure come capogiro e sudorazione.
E LE CAUSE?
Le cause principali sono la presenza di cardiopatie, quali cardiopatia ischemica o cardiomiopatie che possono portare a dilatazione del cuore. Un cuore dilatato o ispessito (ipertrofia) più facilmente produce aritmia cardiaca.
Nel caso della fibrillazione atriale, la causa prevalente è l’invecchiamento del cuore (un cuore più vecchio ha una maggiore presenza di tessuto fibroso che facilita l’insorgenza di aritmia).
Le aritmie dei giovani invece spesso non sono dovute ad una malattia del muscolo cardiaco, ma sono secondarie alla presenza di anomalie “elettriche” del cuore, che possono favorire dei cortocircuiti che scatenano tachicardie parossistiche (improvvise).
Situazioni particolari, come alterazioni dei livelli nel sangue di sali minerali quali il potassio (ad esempio ipopotassiemia), possono generare aritmie potenzialmente molto pericolose.
Esistono malattie elettriche del cuore a origine genetica (sindrome del QT lungo, sindrome di Brugada) che possono scatenare aritmie ventricolari molto pericolose,
QUALI SONO I FATTORI DI RISCHIO E I SOGGETTI PIÙ A RISCHIO?
I soggetti più a rischio di sviluppare aritmie sono quelli che presentano una importante dilatazione dei ventricoli dovuta a malattia del muscolo cardiaco, secondaria a malattia delle coronarie o a cardiomiopatia (malattia primitiva del muscolo cardiaco).
Le aritmie ventricolari in questi casi possono essere aritmie gravi, quali tachicardia ventricolare, che possono anche portare a morte improvvisa.
Le aritmie ventricolari nella sindrome del QT lungo e nella sindrome di Brugada, quando compaiono, sono aritmie gravi (tachicardia ventricolare polimorfa) ed è fondamentale prevenirle con diagnosi precoce e terapie appropriate.
I fattori di rischio più importanti nella fibrillazione atriale sono:
È POSSIBILE PREVENIRE L’ARITMIA CARDIACA?
È possibile prevenire l’insorgenza di aritmia curando al meglio le cardiopatie che ne sono la causa (ad esempio cardiopatia ischemica, scompenso cardiaco).
Per alcune aritmie, quali la fibrillazione atriale
- calo di peso;
- controllo ottimale della pressione arteriosa;
- riposo notturno senza apnee;
- non bere alcoolici;
sono fondamentali per prevenire la ricomparsa frequente dell’aritmia cardiaca.
Per alcune aritmie (extrasistoli ventricolari frequenti) è molto importante astenersi da sostanze stimolanti quali cocaina, ridurre l’assunzione di caffè, ridurre lo stress.
QUALI POSSONO ESSERE LE CONSEGUENZE DELL’ARITMIA CARDIACA?
Aritmie gravi, come la tachicardia ventricolare, possono portare a perdita di coscienza con caduta a terra. Nel peggiore dei casi la tachicardia ventricolare può portare a morte improvvisa. La fibrillazione atriale, aritmia abbastanza frequente nella popolazione con più di 65 anni, comporta un aumento del rischio di ictus cerebrale che in molti casi va scongiurato con l’uso di farmaci anticoagulanti.
COME SI DIAGNOSTICA L’ARITMIA?
La diagnosi di aritmia cardiaca avviene nella maggior parte dei casi eseguendo un semplice elettrocardiogramma (ECG) mentre l’aritmia è presente.
Si può fare diagnosi eseguendo un ECG dinamico di 24 ore (Holter) che registra il battito cardiaco in modo continuativo per 24 ore.
Nel caso di aritmie sporadiche (Es. palpitazioni che avvengono a cadenza mensile o più raramente) si può ricorrere ad impianto sottocute di un piccolo dispositivo che si chiama “loop recorder") e che registra in modo continuo il battito cardiaco e segnala eventuali aritmie ad una centrale di analisi dati con sistema GPS.
Si stanno diffondendo a questo scopo anche dispositivi indossabili (ad esempio orologi) che possono registrare l’aritmia cardiaca quando si manifesta clinicamente. La registrazione deve essere attivata dal paziente quando compare il sintomo.
COME SI CURANO LE ARITMIE?
Oltre alla riduzione dei fattori di rischio e alla terapia ottimale della cardiopatia di base o dei fattori scatenanti (ad es ipertiroidismo, oppure ipopotassiemia), le aritmie possono essere curate con farmaci antiaritmici specifici. I più usati sono i beta-bloccanti, propafenone, flecainide e amiodarone.
Ci sono aritmie che vanno curate in prima istanza mediante intervento con cateterismo cardiaco (ablazione transcatetere con radiofrequenza). Le aritmie che meglio rispondono alla terapia con ablazione sono le tachicardie parossistiche sopraventricolari, il flutter atriale, la sindrome di WPW, la fibrillazione atriale parossistica (in questo caso ottimi risultati si ottengono con la crio-ablazione che utilizza il freddo come fonte di energia).
Aritmie pericolose, quali tachicardie ventricolari, richiedono in molti casi l’impianto di un defibrillatore (ICD) che è in grado di interrompere l’aritmia cardiaca quando si manifesta e di ridurre pertanto il rischio di morte improvvisa.
Le bradiaritmie, se non dovute a intossicazione da farmaci quali beta-bloccanti o digitalici, vengono di norma trattate con l’impianto di pacemaker.
Per la miglior cura delle aritmie è sempre importante affidarsi a centri ospedalieri con medici cardiologici esperti in diagnosi e cura delle aritmie.
IL CENTRO ARITMIE DI AUXOLOGICO
Il Centro Aritmie di Auxologico è dedicato alle alterazioni del ritmo del battito del cuore e si occupa in maniera specifica di diagnosticare la tipologia di aritmia e le sue cause per impostare il corretto trattamento farmacologico oppure, in casi selezionati, l'intervento.
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