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Dislipidemie

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A cura di

Prof.ssa Simona Bertoli

Direttore Centro Ambulatoriale Obesità

Direttore Centro Dieta Chetogenica

Cosa sono le dislipidemie?

Con il termine dislipidemie si intende una serie di alterazioni della quantità di lipidi (grassi) nel sangue, in particolare trigliceridi e colesterolo. Le dislipidemie sono uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.

Le dislipidemie sono state classificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in 5 classi in base al quantitativo di lipoproteine che sono presenti nel sangue.

I lipidi circolano nel sangue legati ad alcune proteine di trasporto con cui formano le lipoproteine. Si distinguono diverse classi di lipoproteine in base alle percentuali di colesterolo, trigliceridi e componenti proteiche che contengono.

In particolare si possono distinguere:

  • chilomicroni: sono le lipoproteine che contengono il maggior quantitativo di trigliceridi e sono deputate al trasporto dei grassi introdotti con l’alimentazione dall’intestino al fegato;
  • LDL (low density lipoprotein): sono quelle che contengono la maggior quantità di colesterolo perché il loro compito è quello di trasportarlo ai tessuti periferici; elevati livelli di LDL aumentano il rischio di formazione delle placche aterosclerotiche;
  • HDL (high density lipoprotein): sono quelle che hanno la maggiore componente proteica, il cui compito è quello di portare il colesterolo dai tessuti periferici al fegato. Per questo elevati livelli di HDL non sono preoccupanti, considerata la loro funzione di “ripulire” i tessuti dal colesterolo.

Cause delle dislipidemie

Le cause che portano all’insorgenza delle dislipidemie derivano dalla somma di alcune predisposizioni genetiche (per esempio malattie come l’ipercolesterolemia familiare) e fattori di rischio. Tra questi, i principali sono:

  • stili di vita non appropriati: alimentazione a base di cibi raffinati e grassi idrogenati e scarsa attività fisica che provocano insulino-resistenza, obesità e diabete;
  • utilizzo di farmaci estro-progestinici;
  • abuso di alcol;
  • malattie renali e epatiche.

Sintomi principali

Il sintomo principale dei soggetti affetti dalle dislipidemie è l’aumentata predisposizione a sviluppare placche aterosclerotiche, a causa del grande quantitativo di lipidi in circolo che possono depositarsi sulle pareti arteriose.

Talvolta possono essere presenti accumuli di colesterolo nei tessuti palpebrali e cutanei (i cosiddetti xantelasmi palpebrali e xantomi cutanei).

L'importanza dei grassi


Diagnosi e prevenzione

La diagnosi si effettua con esami di laboratorio su prelievo di sangue che misurano i livelli di lipidi circolanti. Lo strumento principale di valutazione delle dislipidemie è il valore di colesterolo totale, LDL, HDL e trigliceridi a digiuno. Questo valore si può ottenere con esami di laboratorio.

Per prevenire le dislipidemie è importante innanzitutto seguire una dieta corretta, limitando il consumo di cibi raffinati e di grassi saturi, associata a una regolare attività fisica. A seconda dei livelli di lipidi nel sangue e della situazione clinica generale possono essere utilizzati, previa prescrizione medica, dei farmaci o degli integratori.


Come combattere la dislipidemia

Le linee guida per la gestione delle dislipidemie prevedono una terapia farmacologica e modifiche dello stile di vita.

Farmaci e integratori

La terapia consiste, a seconda dei livelli di lipidi nel sangue e della situazione clinica generale, nella prescrizione di farmaci o integratori. I farmaci più comunemente prescritti dal medico sono le statine, una classe di medicinali che aiutano a ridurre i livelli di LDL interferendo con la produzione di colesterolo nel fegato. Possono essere indicati anche altri farmaci che inibiscono l’assorbimento del colesterolo, in aggiunta o in sostituzione della statina.

Come coadiuvante della terapia può essere consigliata dal medico anche l’assunzione di integratori di fitosteroli, soprattutto berberina, monacolina K e policosanoli.

L’alimentazione e l’attività fisica sono parte integrante del trattamento perché possono contribuire a favorire livelli adeguati di lipidi nel sangue.

Alimentazione

Per quanto riguarda la dieta, è importante ridurre fortemente il consumo di grassi saturi (come quelli presenti nella carne rossa o in latte e formaggi non scremati), di zuccheri raffinati e di alcol.
Sono consigliati nelle giuste dosi:

  • frutta;
  • verdura;
  • proteine magre;
  • cereali integrali;
  • frutta secca e semi;
  • legumi;
  • olio extravergine d’oliva.

Attività fisica

L’esercizio fisico regolare, oltre ad aiutare a tenere sotto controllo il peso corporeo e a favorire la funzionalità del sistema cardiocircolatorio, contribuisce a migliorare i livelli dei lipidi, alzando il colesterolo HDL e abbassando l’LDL e i trigliceridi. Per ottenere risultati sono necessari almeno 200 minuti a settimana, cioè circa mezz’ora al giorno tutti i giorni della settimana, di attività aerobica di media intensità, come jogging, nuoto, corsa, bicicletta, danza.

Infine, è fortemente consigliato abolire il fumo di sigaretta.


La U.O. di Endocrinologia di Auxologico

Le dislipidemie vengono trattate dal punto di vista clinico dalla U.O di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo di Auxologico San Luca e dalla U.O di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo di Auxologico Ariosto. In Piemonte vengono trattate dalla U.O di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo di Auxologico Piancavallo. Le attività ambulatoriali sono erogate in tutte le sedi lombarde e piemontesi di Auxologico.

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Testo a cura de Il Pensiero Scientifico Editore